Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie

27.12.2020

Molti Neri Americani affermano con orgoglio di avere un pò di sangue "indio". Il che vuol dire "Grazie a Dio non siamo del tutto negri": Il che vuol dire che non sono troppo scuri. (Per chiarire il concetto, quando i bianchi dicono "scuri" intendono i greci o gli italiani, ma quando lo dicono i neri intendono Grace Jones). Ai Neri Americani piace che le loro donne abbiano una percentuale esotica, che siano mezze cinesi o che abbiano uno spruzzo di sangue cherokee. A loro piace avere la donna "chiara"..... La pelle chiara è molto apprezzata nelle comunità dei Neri Americani. Ma tutti fingono che non sia così.... Molti neri Americani di successo hanno mogli bianche. Quelli che si degnano di avere la moglie nera ce l'hanno di pelle chiara. E questo è il motivo per cui le donne scure amano Barak Obama. Ha spezzato lo stampo! Ha sposato una come lui.

Questo romanzo ci fa fare un viaggio attraverso tre continenti Africa (Nigeria), Stati Uniti ed Europa (Inghilterra), seppur in linea piu' marginale. Ci fa scoprire il razzismo, l'integrazione, la società, la socializzazione, i rapporti interpersonali, tutto attraverso il punto di vista di due ragazzi Nigeriani, Ifemelu e Obinze. Entrambi, legati da un rapporto d'amore, partendo da Lagos affrontano l'emigrazione: lei negli Stati Uniti e lui in Inghilterra. Cercano, ognuno a proprio modo, di affrontare le difficoltà che inevitabilmente si presentano loro.

Ve lo dico subito! non è facile parlare di questo romanzo. Non è facile raccontarlo in modo semplice perchè abbraccia più generi letterari. E' quasi una satira sociale, piena di umorismo nettamente malinconico, ma anche una storia di formazione (piu' tesa al femminile), travestita da romanzo sentimentale. E' contaminato dalla autobiografia e dalla saggistica, con al suo interno articoli del blog "Razzabuglio" che Ifemelu scriverà e le darà successo. 

Il brano che ho scelto fa parte proprio della raccolta dei post pubblicati sul blog da Ifemelu, forse uno dei più significativi. Questo stralcio ci da l'idea delle differenze nette non ferme alle differenze tra bianco o nero (a noi piu' note), ma ci consente anche una collocazione temporale delle vicende. Siamo tra la metà degli anni Novanta e i primi del Duemila, contemporaneita' che rende piu' facile la comprensione della storia. 
La storia viene raccontata attraverso una alternanza tra tempi e luoghi, e inframmezzata da flashback delle vite dei due protagonisti. Manca forse un approfondimento maggiore della situazione politica ed economica della Nigeria che spinge i due ragazzi, ma non solo loro, a cercare fortuna altrove.

In Nigeria, in piena epoca post-coloniale, ci troviamo alla caduta del Governo dei Generali, i quali avevano condotto il paese in un clima perpetuo dedito alla corruzione, pur avendo preso il potere a seguito della guerra civile degli anni '70; in America invece ci troviamo nel periodo storico che porta all'elezione di Obama quale Presidente degli Stati Uniti. Nel libro ci viene offerto un bello spaccato dell'entusiamo legato a questo importante evento. 

Ho voluto concentrare la mia attenzione sull'aspetto sociale del romanzo, piu' che quello sentimentale, che, secondo me, e' stato pensato per chiudere un cerchio intorno a tutte le vicende narrate.
Chimamanda Ngozi Adichie sceglie il realismo e la chiarezza dei tempi moderni e si intuisce perfettamente quanto voglia restituire agli africani l'orgoglio di un'appartenenza e di un'identità, persi con l'emigrazione e con la ricerca di un posto al sole lontano dal proprio paese d'origine. E' uno sguardo "diverso" che mette in luce le contraddizioni dell'Occidente, solo apparentemente evoluto.
Mi ha colpito molto una frase che dice Ifemelu ad un certo punto della storia "L'unica ragione per cui dici che la razza non e' un problema e' che vorresti che non lo fosse. Tutti vorremmo, ma e' falso. Vengo da un paese in cui la razza non e' un problema; non mi sono mai pensata nera e lo sono diventata solo al mio arrivo in America."

 
Leggendolo da questo punto di vista i temi del razzismo negli Stati Uniti, delle differenze sociali, nell'ambito lavorativo così come nelle università, diventano chiari e si dipanano pagina per pagina.
Viene messo in risalto come l'ostilità nei confronti del diverso, non semplicemente nero ma nero-americano versus nero-non-americano, passa attraverso dettagli solo apparentemente ininfluenti. Così i capelli afro per Ifemelu diventano la "metafora perfetta della questione della razza in America; l'estetica impone che il "bello, competente e presentabile" sia dettato dai canoni occidentali: il capello afro va dunque sottoposto a sfibranti trattamenti a base di lisciante, evitando treccine ed altre acconciature troppo poco chic. 

Ci viene quindi presentato un percorso, partendo quasi dalla fine della vicenda; infatti troviamo Ifemelu che si prepara ad affrontare il viaggio di ritorno verso la Nigeria, sottoponendosi dalla parrucchiera afro alla dura sistemazione dei capelli con le treccine. Chiude così un ciclo.

Consiglio la lettura di questo libro perché in questo percorso, forse anche autobiografico, la scrittrice è molto brava a far emergere le contraddizioni del mondo occidentale. E' un libro che ci impone una riflessione su tutti i preconcetti e i pregiudizi dei quali non riusciamo a rendercene conto.

Chimamanda Ngozi Adichie (nata ad Abba in Nigeria nel 1977), una delle più brillanti scrittrici nigeriane contemporanee. Non si puo' prescindere dal tenere conto che Adichie sia nigeriana leggendo questo suo romanzo. La Nigeria è lo Stato dell'Africa sub-sahariana in cui vengono scritti più romanzi, anche se l'instabilità economica e politica, l'inadeguatezza dell'editoria, il persistente analfabetismo e la terribile guerra civile seguita al tentativo di secessione del Biafra, hanno ostacolato la circolazione dei libri. Nonostante ciò, a partire dalla fine del protettorato britannico (1960), in Nigeria si è andata affermando una cultura del romanzo, alimentata soprattutto dalle opere di scrittori che, come la stessa Adichie, appartengono alla tribù degli igbo, sconfitta nella guerra civile. (info scrittrice prese dal web)

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