Ciabatteria Maffei di Graziano Gala

20.04.2023

La prima cosa che mi viene in mente pensando a Ciabatteria Maffei di Graziano Gala è ad una filastrocca, una di quelle che raccontano le cose per fartele vedere così come sono. Quelle che possono far paura, ma che hanno un senso logico, chiaro, doloroso.

La musicalità è data dalla scrittura, dalla punteggiatura e dai termini usati, in dialetto compresi.

"Anche quel giorno era lì.

Come da sempre, del resto: solo due centimetri, ecco, solo due centimetri, come se la credenza volesse mangiarsela, la lettera, insieme a tutte le altre lettere che si era mangiata prima, che aveva addentato squalesca lasciando solo i bordi visibili alla mano coraggiosa che avesse voluto estrarle per essere azzannata poi a sua volta dall'anta famelica del legno."

La capacità che ha questo scrittore (perchè scrittore lo è! cit.) è quella di mettere chi legge di fronte ad una realtà che non si vuole vedere, quella dei maltrattati, dei non capiti, dei non ascoltati. E questa volta lo fa quasi in rima, facendoci entrare in una casa dove non esiste più niente, abitata da Giuno Maffei, il ciabattino del paese, dalla moglie detta Gange e dal bambino Mino. Qualche guaio è accaduto per cui avviene, ogni giorno, un sequestro di cose da parte di Ario, l'ufficiale giudiziario; il guaio ed il perchè, per tutti loro è incomprensibile, visto che nessuno sa leggere, come del resto nessuno nel paese sa farlo, sono tutti anaffabbeti, escluso il ma-estro che non legge, ma inderpreta

Una costruzione dei personaggi perfetta quella di Gala; li mostra con semplicità, senza artifizi. Il ciabattaio Giuno (Don per qualcuno), ancòrato all'unica cosa che riesce a conservare, il tavolino dove faceva le scarpe per tutto il paese un tempo, non più adesso; Gange, madre che ha il suono di ciabatte consumate. Vede, lei sì, ma indurita e incattivita non reagisce e lascia che le cose vadano come vanno, senza essere d'aiuto né a se stessa né a Mino, il bambino. Mino, appunto bambino, vive, si arrabatta come può, inventandosi un mondo fatto di mare e di pesci per scappare alla crudeltà degli adulti.

"Rumore nella stanza: acciottolarsi a filo d'acqua. Con circospezione, fare tutto con circospezione, stando attenti a non sbagliare manovra. Troppa costa: pirati di granito - urla pugni e ingiurie. Troppo mare: rischio di affogare. Il suo non era un camminare, ma un gioco di equilibri. 

Ed ecco che Graziano Gala ci consegna un nuovo personaggio al quale pensare e voler bene; questa volta un bambino, Mino, che deve lottare per salvarsi. Non viene mandato a scuola, non viene tutelato da nessun adulto, Cagnulini per compagnia, unico essere vivente che sa cosa accade, ma non può parlare. 

L'altra volta era Giuda, personaggio amato e mai dimenticato, protagonista del libro uscito per Minimum Fax nel 2021 dal titolo Sangue di Giuda.

Li accomunano tante cose: essere innocenti, cercare un modo per rifugiarsi da quello che fa male e paura, e correre, correre veloce!

Come si fa a non voler bene a personaggi così che nel nostro tempo esistono, non sono inventati. Parlano. Hanno solo bisogno di essere ascoltati. E Graziano Gala ha questa capacità: di ascoltarli, di sentirli e di raccontarli. 

Non riesco ad essere distaccata parlando delle storie e della scrittura di Graziano Gala. Quando ho preso questo libro dalla Tetra Edizioni (vi consiglio di dare un'occhiata al loro sito, perchè le loro proposte sono tutte veramente interessanti!) sapevo che avrei avuto a che fare con un tesoro, e tanto è stato! Non temo di esagerare!

Lo stile di Graziano Gala, già concreto ed efficace in Sangue di Giuda, qui raggiunge un livello superiore. Fa suonare le parole, dal primo all'ultimo rigo. Alla fine di un paragrafo bisogna riprendere fiato e proseguire con quello successivo. Le immagini, i personaggi, la storia passeranno davanti ai vostri occhi con incanto, tamburellando ed un po' correndo. Ma vedrete tutto chiaro, ogni persona nel proprio essere e starete lì ad osservarli ed ascoltarli, mentre si muovono e interpretano la loro parte.


Graziano Gala nasce a Tricase il 19 settembre 1990. Vive a Milano, dove insegna storia e italiano in un istituto professionale. Nel 2012 vince il premio "Lo scrivo io", indetto da "La Gazzetta del Mezzogiorno" nella sezione poesia. Il suo racconto "Variabili impazzite", viene inserito nella collana "Chi semina racconti 2", curato dall'associazione "Tha Piaza Don Chisciotte". Nel 2013 vince il premio speciale della giuria nel "Premio internazionale di cultura" indetto dall'AEDE (Association Européenne des Enseignants). Due suoi racconti vengono selezionati nel bando "Bollenti spiriti", indetto dalla Regione Puglia, dando origine al volume collettaneo "Parole battute". Si qualifica terzo al "Premio Nazionale Bukowski" di Viareggio. Nel 2016 il suo racconto "Sabotare il silenzio", viene pubblicato in un'antologia edita da "Testi&Testi" e vince il premio "Carlo Cultrera". Nello stesso anno un suo racconto viene selezionato dall'associazione "Onalim" e letto durante la Piano City Milano 2016 e nella scuola di scrittura "Belleville". Sangue di Giuda è il suo primo romanzo (Minimum Fax, 2021) con il quale vince il Premio Letterario Nazionale Città di Ceglie Messapica.

Collabora con Risme e scrive per Treccani.

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