Confidenza di Domenico Starnone

16.03.2020

Non e' il primo libro di Starnone che leggo. Qualche tempo fa avevo letto 'Via Gemito" e devo dire che, in entrambi i libri, vi e' una bella punta di ironia che accompagna la narrazione. Penso che lo scrittore utilizzi questo metodo per far staccare il lettore dalla cifra solita che, in alcuni romanzi, rischia di stancare, esorcizzando i fatti che accadono ai propri personaggi.
Con questa chiave va letto il libro altrimenti, alla fine, il lettore potrebbe rimanere interdetto.

Il libro e' suddiviso in tre racconti: il primo e' piu' lungo ed ha come protagonista Pietro Vella, un professore di Liceo, che racconta in prima persona la sua storia, la sua vita, partendo da un presupposto, anzi, da questa descrizione dell'amore:

Pagina 1, Incipit: "L'amore, che dire, se ne parla tanto, ma non credo di aver usato spesso la parola, ho l'impressione, anzi, di non essermene servito mai, anche se ho amato, certo che amato, ho amato fino a perdere la testa e i sentimenti. L'amore come l'ho conosciuto io e' una lava di vita grezza che brucia vita fine, una eruzione che cancella la comprensione e la pieta', la ragione e le ragioni, la geografia e la storia, la salute e la malattia, la ricchezza e la poverta', l'eccezione e la regola. Resta solo una smania che torce e distorce, un'ossessione senza rimedio." 

Cosi' parte il racconto del suo rapporto con Teresa, sua studentessa prima, sua fidanzata e convivente dopo. La loro storia non va benissimo, forse per noia, per rabbia, per interessi nettamente diversi e, mentre sta per concludersi, in un colpo di coda alquanto particolare, decidono di raccontarsi una "Confidenza" cosi' importante che potrebbe, se rivelata, rovinare la vita di uno o dell'altro. Si lasciano dopo poco tempo.
Pietro, da quel momento in poi, affronta la sua vita in maniera "apatica" verso il prossimo, verso colei che diventera' sua moglie e dalla quale avra' tre figli; fa carriera nel campo dell'editoria scrivendo libri sulla scuola e sull'insegnamento che hanno un discreto successo, che gli permette di girare molto per l'Italia a far conferenze e presentazioni; si occupa anche di politica.
Dal racconto che lui fa, in prima persona, Pietro sembra vivere appeso. La sua vita dipende dal rapporto con Teresa, da qualcosa di irrisolto e forse anche da quella confidenza. Prende vita ed appalesa la sua personalita' piu' forte solo quando deve affrontare il pubblico che lo segue nelle conferenze.

Il secondo racconto e' fatto in prima persona da Emma, sua figlia. E' un racconto piu' breve in cui traspare il carattere forte e prepotente della ragazza, diventata giornalista, che vede il padre come una sorta di "mito". Tra questo ed il primo racconto viene fuori una immagine di Pietro diversa da quella che il lettore si e' fatto leggendo il primo racconto. Pietro e', per la figlia, un maestro di vita, uno che le ha insegnato molto e per cui vale la pena imporsi per fargli ottenere un premio che veda riconosciuto il suo lavoro nell'ambito della scuola. Fa di tutto perche' questo avvenga e nel frattempo lei stessa, con la sua azione, diventa il collante con Teresa. Pietro e Teresa, non si vedono da anni, ed e' proprio Emma a provocare la possibilita' di incontro tra i due.

Nel terzo racconto ecco Teresa. In prima persona parla lei. E', a mio parere il  racconto piu' divertente, piu' spontaneo. Parla quando ormai e' adulta ed anche famosa. In questo racconto, se vogliamo, viene fuori la verita'. Si dipana la storia di Pietro e Teresa e, forse, si possono conoscere meglio le vere personalita' dei due protagonisti principali: Teresa e Pietro.
Segnalo il quarto paragrafo del racconto: lo trovo esilarante.

Penso che questo libro meriti piu' di una lettura. Penso anche che vi sia raccontato il vero significato della parola " personalita' ": come ci vediamo e come veniamo visti. La narrazione che una persona fa di se stesso e della ragione delle proprie azioni, e' nettamente diversa dalla narrazione che un'altra persona fa di te e delle tue azioni. Possiamo celare completamente agli altri una parte della nostra personalita' (come probabilmente e' brava a fare Teresa), ma poi, agli occhi degli altri, saremo cio' che pensiamo di essere o qualcos'altro, nettamente diverso da cio' che volevamo dimostrare?
Posso assicurare che questo libro suscita questo dubbio, ma la risposta non c'e'. Quella forse bisognera' trovarla da se! 

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