Connessioni di Martina Gerelli
"Si dice che sia più facile che una donna lasci il proprio compagno quando lui finisce in carrozzina piuttosto che il contrario. nel mio caso, l'ho lasciata io. Dopo tre anni di matrimonio, dei quali due successivi all'incidente." Potrei iniziare così il mio intervento, penso mentre mio padre mi infila i pantaloni, quelli belli. Un'entrata incisiva, senza fronzoli. Un ottimo modo di fare impressione. (incipit del racconto Convivere con me).
Gli otto racconti presenti nella raccolta dal titolo Connessioni scritta da Martina Gerelli che ho avuto il piacere di leggere, rappresentano diverse esperienze, parlano di rapporti umani, di legami, di amore, raccontati con uno sguardo attento di una scrittrice che, è evidente, sa essere una ottima osservatrice. Le relazioni narrate e le riflessioni inserite portano a leggere i racconti senza avere il timore di trovarsi di fronte a troncature delle storie o ad un forzato abbandono dei personaggi perchè la conclusione o la soluzione arrivano.
Le otto storie scavano e raccontano "persone" e le possibili relazioni che possono scaturire da contatti causali, scambio di sguardi, incontri programmati o inaspettati. Allo stesso tempo entrano ed analizzano decisioni difficili che nella vita qualcuno è costretto a prendere. Chi legge vive una sorta di ribaltamento del campo visivo nella lettura e "la relazione" o "la connessione" raccontata, diventa il soggetto a cui prestare attenzione. La chiave di lettura diventa il contatto umano, lo sviluppo dello stesso e la sua definizione.
Chiunque di noi si sia trovato a viaggiare in una metropolitana si è trovato ad osservare un viaggiatore seduto in prossimità, guardando le sue espressioni, il sorriso o anche solo sbirciato il libro che stava leggendo in quel momento. Bene, Martina sviluppa la relazione tra i due, analizzandone sapientemente i comportamenti. E, come potrà constatare chi vorrà leggere questi racconti, questa analisi della scrittrice non solo risulta ponderata, ma è attenta e coglie nel segno.
Molto spesso, durante la lettura, mi sono posta delle domande, ho riflettuto su quanto fosse vero che le relazioni tra persone dipendono molto dall'animo con il quale ci si pone verso l'altro in quel momento; tanto dipende dai propri desideri o dai propri sentimenti, che non sempre sono in sintonia con quello della persona incontrata. Il caso ed il destino non sono proprio la stessa cosa, già lo sappiamo, ma con questa lettura il concetto viene messo in chiaro. Il caso ti fa incontrare lo sguardo di una persona in metropolitana, quel momento ti rende felice o ti spaventa, ma da quel momento le azioni che compirai non dipendono da quello scambio di sguardi, a meno che non avvenga una potente folgorazione; il destino, se ci credi, ti porta a fare cose che probabilmente non avresti mai fatto, ti porta a decidere di intraprendere una strada che mai avresti pensato di poter percorrere, è inesorabile, ti guida.
"ore 18.15. Milano. Metropolitana. Linea gialla. ..... Il consueto ingorgo degli orari di punta si riversa sulla banchina come un'onda che procede senza freni. Clarissa si incammina verso le scale mobili e quasi si scontra con un ragazzo. Si guardano. Prima scintilla. Lui cede il passo, lasciandosi precedere." (incipit del racconto Tiam)
Alcune delle domande che la lettura mi ha suggerito le ho poste a Martina e le trovate qui di seguito con le sue risposte. Connessioni, edito dalla Edizioni Dialoghi, è la prima pubblicazione di Martina Gerelli. Milanese, classe 1988, si occupa di marketing e comunicazione in un'azienda multinazionale a Milano. Secondo il mio parere deve proseguire con lo scrivere, perchè ha una scrittura attenta, puntuale e precisa. Ha costruito le otto storie con maestria, facendo passare in secondo piano che si tratta di un libro di esordio.
Intanto Cara Martina, complimenti.
Per me leggere racconti non è molto facile, perchè tendo a non entrare in empatia con i tanti personaggi che vengono rappresentati o raccontati, mentre nelle tue storie non è stato difficile creare un rapporto con i protagonisti, sentirne i sentimenti, le sensazioni e condividere (con alcuni di loro) anche gli intenti.
Connessioni ben riuscite, devo ammettere. E' naturale che la curiosità mi spinga a porti delle domande e, ti sono grata di aver accettato di rispondere.
1) Il titolo della raccolta "Connessioni" lo trovo azzeccato e gli ho dato un doppio significato: uno collegato con quanto ho scritto in premessa, ma sentire un legame con i protagonisti delle tue storie non è difficile. L'altro è legato direttamente al tema dei racconti in cui ci parli di "legami o mancati legami" tra persone. Come e da dove nasce il titolo?
M. "Ne hai dato un'ottima interpretazione! Nella mia idea il titolo vuole essere il file rouge per tutti i racconti che, pur affrontando tematiche diverse, sono accomunati dal tentativo di rendere i legami e le relazioni fra persone. Ho voluto costruire queste connessioni in maniera crescente, partendo da quando questo legame è impercettibile (come per le persone che si incrociano in metropolitana, nel primo racconto) fino alla forma dell'assurdo (quella che, nell'ultimo racconto, si manifesta come senso di connessione con l'universo).
Mi piace, devo dire, anche l'interpretazione che ne hai dato tu in premessa: credo sia il desiderio profondo di ogni autore quello di entrare in "connessione" con i propri lettori."
2) Le esperienze che racconti sono molto verosimili. Sembrano quasi rappresentare un vissuto, non so se tuo personale o se ascoltato da persone vicine a te. Quanto delle tue esperienze personali sei riuscita a mettere su carta?
M. "Sicuramente. Molti spunti provengono dalle mie esperienze personali, nessun racconto però è autobiografico. In alcuni casi, poi, sono racconti nati da esercizi di scrittura, altri da suggestioni nate con persone che fanno o hanno fatto parte della mia vita."
3) Gli argomenti che tocchi abbracciano vari aspetti, dalla solidarietà alla paura dell'amore, da incontri casuali tra persone ai tradimenti, alle decisioni dolorose, alla ricerca della propria identità. C'è uno tra questi che ti sta più a cuore? o magari più di uno! e perchè?
M. "Sicuramente la paura o la ricerca dell'affettività e della forma che ciascuno di noi vuole dargli è un tema che, più che starmi a cuore, mi ha dato molto da pensare nella mia vita E, purtroppo o per fortuna, su questo fronte non si smette mai di imparare.
Se devo scegliere un tema preferito, che peraltro ritengo molto interconnesso anche con quello dell'amore, è quello della ricerca della propria identità. Capire chi siamo e cosa vogliamo è uno dei più grandi obiettivi della vita umana, penso accompagni e guidi gran parte delle nostre, piccole e grandi, scelte. Solo quando avremo compreso il nostro io più profondo, anche l'amore potrà manifestarsi nella maniera che più ci meritiamo."
4) Noi ci conosciamo perché ci siamo incontrate sui social in cui raccontiamo le nostre letture. Sei una lettrice appassionata ed avrai uno o più di un libro che ti ha segnato e ti ha fatto decidere che leggere sarebbe stata una passione da approfondire. Quale o quali sono?
M. "Se dovessi farti l'elenco dei miei libri preferiti potrei andare avanti all'infinito! Sono una lettrice accanita di quelle che cercano di trarre insegnamenti anche da libri che non mi entrano proprio nel cuore. Detto ciò, soprattutto per la scrittura di racconti, posso nominare alcuni autori guida, per me, come Raymond Carver, Margaret Atwood o Guadalupe Nettel. Più in generale, invece, ho subìto una grande fascinazione per Saramago e, ad oggi, mi sento di dire che il suo "Le intermittenze della Morte" sia il mio libro preferito."
5) Cosa ti ha fatto scattare la voglia di raccontare queste storie e cosa vorresti che suscitasse la lettura del tuo libro?
M. "La voglia di raccontare queste storie è la voglia di condividere, di creare un trasferimento, di far identificare, di provare a essere per qualcuno, quello che tanti libri sono per me: una finestra che inaspettatamente si affaccia sulla me più profonda.
Se sapessi che questo libro potrebbe suscitare in tutti i lettori quello che tu mi hai scritto qui sotto... beh, credo non potrei desiderare niente di meglio."
Ammetto che durante la lettura più volte sono stata spinta a guardare la tua data di nascita. Ci separano un paio di generazioni (io sono più vecchietta!) ma dalle tue pagine ho tratto esempi e insegnamenti. Mi sono detta che molto spesso lo sguardo rispetto alla vita è molto soggettivo e non tutte le persone colgono gli stessi insegnamenti dalle esperienze vissute. Mi hai benevolmente colpita più di una volta.
Grazie Martina.