Corpi Maledetti di Lucía Baskaran
"Dodici cuori sanguinanti nella tua mano destra. E poi: tu che ti chini per raccogliere qualcosa che hai visto a terra, la macchina che urta contro il tuo corpo. Risultato: dodici cuori sanguinanti sull'asfalto più il tuo, che ha sanguinato fino al pericardio, la membrana che riveste il cuore, e ha generato un tamponamento cardiaco, e il mio, che continua a battere anche se a volte non lo sento. Totale: quattrodici cuori."
L'apertura di questo libro ci porta immediatamente ad una immagine di dolore, quello che una giovane donna prova per aver perso l'uomo che ama. Alicia, ventotto anni, vedova prima di un matrimonio che non avverrà mai. Le domande che Alicia si pone, subito dopo, sono tante e raccontano il forte senso di smarrimento che prova un anno dopo l'incidente di Martin. Il buio, la paura per essere rimasta sola, il vuoto accanto a se. Povera ragazza è l'espressione che più sente Alicia, il modo in cui si sente indicare, attraverso i gesti, gli sguardi. Se lo sente addosso quel povera ragazza e sente di incarnarlo perfettamente; sembra quasi che gli altri abbiano paura del dolore che lei prova, sembra quasi abbiano paura di essere contagiati.
Come si fa a superare un dolore così forte? Bisogna scuotersi o farsi ancora più male? Può esserci una soluzione valida per tutti oppure ognuno di noi ha un modo proprio, diverso, soggettivo?
Lucía Baskaran in Corpi Maledetti non ci indica la strada per la salvezza, ma ci fa fare un percorso, a tratti vorticoso, attraverso il vissuto e le esperienze di Alicia. Con uno stile diretto senza filtri, entriamo nella vita di questa donna, scrutando, attraverso salti temporali necessari e ben inseriti nel testo, la sua adolescenza, tempo delle prime esperienze importanti, quelle che segnano il suo essere, la sua mente, il suo diventare adulta.
L'adolescenza è la porta attraverso cui tutti passiamo e siamo passati ed è il momento della vita più intenso, più importante, più segnante. I nostri comportamenti in quel momento della vita, così come quelli degli adulti con cui siamo in contatto, sono determinanti. Alicia ritorna con la mente a quelle prime esperienze, ricorda come ha affrontato l'impatto con i coetanei, come ha costruito i rapporti amicali, quali emozioni ha provato le prime volte: il primo ciclo, il primo rapporto sessuale, la prima volta che ha provato piacere, la prima volta che ha subito un abbandono.
E così, leggendo il racconto che in prima persona Alicia fa di se e della sua esperienza, diventa chiaro come anche il rapporto diretto con il nostro corpo sia fondamentale. Il romanzo diventa quasi una guida, una presa di coscienza di quanto il corpo sia uno strumento che ci può portare ad essere più consapevoli di noi stesse e del nostro essere oppure uno strumento attraverso il quale cerchiamo di piacere agli altri, prima che piacere a noi.
"Noi donne pensiamo alla posizione delle gambe, a come abbiamo i capelli, a chi ci guarda e a chi non ci guarda. In media, le donne fanno body monitoring dieci volte ogni cinque minuti, ovvero una volta ogni trenta secondi". Questa è una analisi che troviamo nel libro che mi ha colpita moltissimo; una delle note che, inserite a margine del testo, spiega come alcuni atteggiamenti che noi donne abbiamo, provengano proprio dal modo in cui trattiamo il nostro corpo. Troveremo nel testo note come questa che rappresentano un corollario alla storia, una spiegazione utile anche a chi, come me, l'adolescenza l'ha vissuta molto tempo fa!
Questo libro, innovativo anche per questi elementi, svolge uno dei ruoli che compete alla letteratura. Leggere è apprendere linguaggi, storie ed esperienze. Un viaggio introspettivo attraverso l'esperienza di Alicia non è affatto dissimile dalle esperienze che qualsiasi altra persona può aver vissuto o sta vivendo. La storia diventa così affascinante perchè il paragone con la narratrice, e così anche l'immedesimazione e l'identificazione con lei diventano inevitabili. E' vero che l'esperienza di Alicia può essere estrema e fortemente dolorosa, ma sono certa che molte lettrici e molti lettori non avranno difficoltà a capire come, dalla esperienza narrata in Corpi Maledetti si esca più preparati e più completi.
Alicia non ha dovuto affrontare solo la morte di Martin, ma anche l'abbandono della madre avvenuta proprio durante la sua adolescenza. Il dolore non è un processo lineare, è un caos, è sempre in movimento, crea sempre disagio. Nello scorrere delle pagine, nel prosieguo del racconto, comprendiamo come Alicia abbia già dovuto porre riparo ad una mancanza e lo ha fatto cercando legami che sono diventati fondamentali per lei. La sua migliore amica Ane, Carmen, madre di Ane, che per molto tempo ha ricoperto il ruolo di guida adulta anche per Alicia; da qui l'importanza della famiglia "scelta", fatta di amiche ed amici, persone scelte con le quali condividere la propria strada. Impariamo a capire come nella vita non tutto è semplice ed impariamo a capire come è facile essere condizionati da parole, da gesti, da azioni se non si ha forza mentale e la conoscenza di se necessarie per trovare lo spazio e la strada che ci porta a sentirci veramente libere e liberi.
"Quando le parole vengono pronunciate troppe volte, smettono di avere valore, diventano vuote, perdono il loro significato, si trasformano."
Questo libro è stato pubblicato da Temas de Hoy in Spagna nel 2019 e, fortunatamente, è arrivato in Italia grazie alla casa editrice Cento Autori nel mese di luglio 2022. L'edizione curata da Emanuele Bosso per questa casa editrice, inserita nella collana Migrazioni, vede la traduzione di Lucia Perillo e la copertina, bellissima, realizzata da Valentina Galluccio .
Corpi Maledetti per Lucía Baskaran (classe 1988 di Zarautz) è il secondo romanzo. Il primo, Partir, è stato pubblicato in Spagna nel 2016 (è stato finalista per il premio Herralde) e da quello che ho intuito, sbirciando un pò sul web, penso sia antesignano rispetto al secondo. In Partir il tema è la ricerca di una identità, tra l'adolescenza e la prima maturità di Victoria, la protagonista, che si racconta in prima persona.
Stile che l'autrice ha mantenuto anche in questo romanzo e che apprezzo molto perchè diventa ancora più diretto, come un dialogo a cui una lettrice o un lettore potrebbe prendere parte. Tutto è molto più chiaro se raccontato in prima persona, soprattutto nelle letture che diventano più introspettive delle altre.
Oltre alle note a margine che troviamo nello scorrere delle pagine che ho letto con molta attenzione, segnandole, altro elemento che ho molto apprezzato è il mantenimento nel testo di alcuni termini in lingua basca. Quando leggerete questo libro, sono certa, apprezzerete quelle parole e diventeranno chiare anche senza doverne cercare il significato; conferiscono un senso più intimo ai dialoghi e proprio per quello, ci fanno riconoscere il valore che hanno.
E' una lettura che consiglio? Si e lo farò tanto. Consiglio Corpi Maledetti per la schiettezza con cui è scritto e perchè nulla è edulcorato, ogni cosa è raccontata senza schermi o sovrastrutture. Lo consiglierei a coloro che stanno entrando nell'età adulta, i ventenni o i quasi ventenni, prima di tutto perchè hanno l'occasione di leggere un libro diverso dai soliti proposti e poi, perchè possono trarre dal testo gli effetti che i tabù di sempre trasportano nella vita di tutti i giorni sia nella conoscenza delle proprie pulsioni sia nell'approfondimento delle proprie emozioni e soprattutto nei rapporti con i propri simili.