Altre curiosità su Dumas e Il Conte di Montecristo

16.04.2022

Collaboratori, ghostwriter, editor.

Dumas aveva collaboratori per la stesura dei suoi romanzi, quelli che forse chiameremo oggi ghostwriter più che editor. Molte critiche, infatti, vennero sollevate dai detrattori di Dumas proprio per queste collaborazioni nel tentativo di togliere importanza allo scrittore e considerarlo di poco conto.

Sono certe le collaborazioni con August Maquet (scrittore e drammaturgo francese) e con l'italiano Pier Angelo Fiorentino. Il loro compito era quello di studiare insieme a Dumas il piano dell'opera e quello di fare ricerche storiche legate all'argomento, mentre Dumas era il vero e proprio autore del testo che poi veniva pubblicato. Il sodalizio con con Maquet durò fino a quando non lo citò a processo per la titolarità delle opere. Maquet ottenne un risarcimento di 145.200 franchi, ma perse ogni diritto sulle opere scritte con Dumas. 

Traduzioni in italiano. 

Nella nostra lingua la storia del romanzo è intricata, e sulla traduzione hanno influito interventi anche molto pesanti di censura, specialmente nei confronti dei temi religiosi. Le traduzioni filologicamente corrette sono comparse per quasi tutti i maggiori editori italiani a partire dal 2010. 

La prima traduzione del Conte risale al 1869 ed è quella comunemente diffusa, che è stata sempre utilizzata e ristampata fino a pochissimi anni fa. Da ricerche effettuate dall'editore Carmine Donzelli è risultato che vi era un "fantasma" nelle traduzioni de Il Conte di Montecristo; il suo nome era Emilio Franceschini, inesistente nella realtà, frutto di uno pseudonimo di diversi traduttori o comunque nome inventato per firmare una traduzione di cui non si conosceva l'origine. La traduzione circolata per quasi un secolo non è corrispondente al testo originale e ha molte parti tagliate ed incomplete. Se volete curiosare vi inserisco il link che chiarisce i tagli e le correzioni --> traduzione Emilio Franceschini

Una disattenzione dell'editoria italiana nei confronti di questa importante opera francese dovuta alla sua scarsa considerazione ed ai giudizi negativi di Croce e di Gramsci. Il lavoro di ricerca svolto dall'editore Donzelli, suscitato anche da una richiesta rivalutazione da parte di Calvino e di Citati, ha consegnato ai lettori italiani, solo dal 2010, traduzioni che riprendono l'originale  basata sull'edizione di Claude Schopp. Quella promossa da Donzelli è curata da Gaia Panfili ed è quella adottata anche nell'edizione che ho letto io!

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Per raccontarvi le mie impressioni su questa lettura devo iniziare parlandovi dell'incontro avuto con Adrian N. Bravi a Giulianova, per la presentazione organizzata con l'associazione Quid.

Ho incontrato Adrian N. Bravi a Giulianova il 23 agosto scorso perchè con l'Associazione Quid volevamo da tempo incontrarlo per parlare con lui di Adelaida, il suo ultimo libro pubblicato da Nutrimenti.

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