L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

10.06.2021

Non posso riportare qui ogni parte che ho amato di questo libro, perchè dovrei riportarlo interamente.

Prima ancora della storia che si dipana parola per parola, pagina dopo pagina, ho amato la scrittura di Giulia Caminito.

E' il primo libro che leggo di questa scrittrice e ammetto di essere rimasta pervasa dall'uso dei termini, dalle frasi ben costruite, dalla crescita della storia in ogni paragrafo. Si vede che la Caminito è anche una grande lettrice; lo si percepisce perchè sa cosa una persona vuole quando legge un libro. Un lettore ha bisogno di afflato, di coinvolgimento, di costruzione e di sorpresa. E questi elementi ci sono tutti in questo romanzo.

Per avere ancora più coinvolgimento, una storia contemporanea come questa, deve essere verosimile. E la storia raccontata in questo romanzo ha molto di vero. Mi è sembrato di entrare nella casa delle protagoniste, nella stanza di lei ragazzina e, con lei, diventare adolescente, vivere i primi amori, i primi dolori, i drammi, studiare con lei fino all'università ed oltre.

Ho avvertito la sensazione che se avessi guardato fuori dalla finestra avrei visto ciò che, per molto tempo, osservavo mentre studiavo per il liceo e per l'università. La mia vita non è esattamente come quella di Gaia, ma non mi discosto molto. Anche io ho vissuto in luoghi di provincia, a pochi chilometri da Roma. Ho fatto una vita da pendolare infinita e, nella fase adolescenziale, ho visto comportamenti simili a quelli di Gaia, dei suoi amici. Gli amici si somigliano un pò tutti.

Gaia, la voce narrante di questo libro della Caminito, è figlia di una donna molto forte, che ha dovuto provvedere a tante cose per sopravvivere. Crescere quattro figli "quasi" sola, con un marito invalido perchè caduto da una impalcatura mentre lavorava in un cantiere, in nero, senza alcun tipo di sussidio e di risarcimento. Antonia deve provvedere a tutto e, nel suo provvedere ci mette la durezza, ci mette forza, non ammette discussioni. Decide tutto senza chiedere il parere degli altri, si sacrifica, si dilania, è concreta. Tanto che con il figlio più grande, Mariano, si dimostra incapace di trovare una soluzione diversa se non quella di cacciarlo di casa. Da quella casa che lei trova e si fa assegnare a pochi chilometri da Roma, ad Anguillara Sabazia, sul Lago di Bracciano. Anche questo luogo, il lago, diventa parte integrante della vita di Gaia e della storia che leggiamo. Intorno al lago, alle sue rive, al pontile ci sono le persone del luogo, i ragazzi e le ragazze con cui deve per forza creare un legame, con i quali deve confrontarsi, con tutte le differenze che la vita le costringe a mettere in evidenza.

"Antonia di lavoro pulisce le case degli altri, ma sa fare molte cose in più, come per esempio riparare mobili rotti, far ripartire lavastoviglie lente, sa cambiare lampadine e spurgare termosifoni, sa cucire abiti semplici, rattoppare calzini, sa mettere insieme con poca spesa costumi e travestimenti, sa tagliare il legno per mensole e mobiletti del bagno, se serve tosa l'erba e se la cava con le rose, ha un invidiabile pollice verde quindi mantiene floridi i balconi, terrazzi e giardini, prima di andare via innaffia il prato."  Antonia è tutto questo e molto altro. Gaia con questo deve fare i conti sempre. Deve consumarsi per studiare, deve fare attenzione a non sbagliare, deve crescere in fretta. Deve cercare in ogni modo di sopravvivere in una vita difficile, respirando a pieni polmoni l'aria che può, quella che gli è concessa, quella che si concede. La sua corazza è forte perchè costruita anche contro se stessa!

Ho riconosciuto molti lati comuni tra Gaia e la me adolescente. Tratti caratteriali che mi sono derivati dal mio essere "emigrante" dal sud Italia a Roma, che ho raggiunto veramente in età adulta, vista la lunga sosta nella provincia più prossima. Il dover giustificare il mio accento forte e gutturale, il dover raccontare la mia vita al sud, la volontà di conoscere miei coetanei che somigliassero, almeno in qualcosa, ai miei vecchi amici. Il tutto in una epoca in cui la modernità era il telefono a gettoni e per raccontare più cose scrivevo lettere che spedivo a iosa e tardavano ad avere risposte. E la vita andava avanti. Penso di averla capita anche negli atti più estremi.

Sono felice di aver letto questo libro e di averlo fatto grazie ad un Gruppo di Lettura nato da poco su instagram e che vuole approfondire donne che scrivono e che raccontano di donne #parolaalledonnegdl  

Da sx Bruch, Bajani, Caminito, Trevi, Di Pietrantonio
Da sx Bruch, Bajani, Caminito, Trevi, Di Pietrantonio

Sono ancora più felice di averlo letto perchè il libro, candidato anche al premio Strega, proprio ieri 10 giugno 2021, è stato proclamato nella cinquina insieme a «Il libro delle case» di Andrea Bajani (Feltrinelli), «Il pane perduto» di Edith Bruck (La nave di Teseo), che ha vinto il Premio Strega Giovani 2021, «Borgo sud» di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi) e «Due vite» di Emanuele Trevi (Neri Pozza).

Giulia Caminito è al suo terzo romanzo. Nel 2016 ha esordito con La Grande A e nel 2019 ha pubblicato Un giorno che verrà.  

Sono certa che Giulia Caminito avrà una bella strada da scrittrice di alto profilo davanti a se. Non ho letto tutti i libri candidati al Premio. Mi riservo di approfondire da qui all'8 luglio leggendone altri, ma questo libro mi è piaciuto così tanto che mi sento di dargli fiducia massima fino alla fine!

297 pagine che meritano veramente tanta Gloria.

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