L'Animale Morente di Philip Roth

30.06.2020

Continua l'avventura con il gruppo di lettura dedicato alla casa editrice Einaudi. Questo mese la scaletta prevedeva un libro di Philip Roth. Il mio primo libro di Roth. E il primo incontro è andato bene, devo ammettere!

Non conoscevo questo scrittore, ma del resto mi è capitato anche per altri precedenti, come (e cito uno a caso) Paul Auster. 

Scherzo! La citazione non è a caso! 

Perchè tra Auster e Roth vi sono parallelismi, oltre che una vicinanza (Newark città di nascita, condivisione di argomenti ed amicizia tra loro) che portano i lettori a fare dei paragoni importanti tra l'uno e l'altro. 

La trama di questo breve libro è molto particolare. Denso, a volte ironico ed allo stesso tempo, doloroso; scritto in forma di monologo del professor, nonchè conferenziere molto noto, David Kepesh, chiamato altresì professor Desiderio. Kepesh racconta in un discorso crudo e senza pudori la sua esperienza di amatore e conquistatore di ex studentesse del suo corso. Negli anni ne colleziona molte, divorzia anche per questo suo modo di vivere e per essere libero di fare quello che vuole, senza sosta.

Kepesh ci fa entrare in maniera quasi violenta in un periodo della sua vita dove la sua conquista si impossessa della sua mente e della sua volontà. Inconsapevole il professore punta la sua preda, Consuela Castillo, affascinante studentessa di origine cubana. Sa benissimo dove vuole portare la ragazza, studia le mosse per una o più notti di sesso. Inizia parlandole di arte, di poesia, di musica classica. Conquista la sua preda, ma Consuela ha qualcosa che non lo lascia libero, lo colpisce con la sua ingenuità e lo pervade. Il racconto non tralascia alcun dettaglio, i minimi particolari erotici vengono messi in evidenza, lasciando anche un pò perplesso il mio spirito di lettrice. Il corpo di Consuela, ventiquattrenne, diventa il chiodo fisso del professore Kepesh, sessantenne. 

Il monologo del professore si punta su una riflessione piena che non tralascia dubbi sul fatto che il suo comportamento, sia dettato dalla libertà innata del suo spirito e dal piacere e dalla voglia di scoprire ogni sfaccettatura della vita e del rapporto con le donne, ancor più con Consuela.

Passa attraverso i tempi in cui matura tanto dell'America moderna. Passa attraverso la rivoluzione sessuale legata al '68, alla libertà delle donne, alla scoperta del contraccettivo. Lo chiama "un grande idillio", un impatto così rivoluzionario che cambia le cose definitivamente. Kepesh ragiona su tutto e porta il lettore in un tale interesse emotivo che fa impattare poi con la realtà di quel che accade ai protagonisti e che vede il finale aperto e doloroso, legato anche al significato recondito che potrebbe avere la parola "amore".  Forse il professor Desiderio vacilla nella sua sicurezza, il suo racconto lo porterà mai ad ammettere di aver commesso qualche errore nel rapporto con Consuela, con il figlio, con la vita?

Chissà.

Seppur breve è un libro che prende del tempo, fosse solo per la riflessione che ne consegue. 

Ho scoperto solo dopo averlo letto che questo libro è il finale di una trilogia legata alla storia del professor Desiderio, David Kepesh. Il primo libro è del 1972 intitolato "Il seno" ed il secondo è del 1977 intitolato proprio "Il professore di desiderio".  

Roth è da approfondire certamente! 

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