L'isola di Arturo di Elsa Morante
Ho delle lacune (anche gravi) da colmare tra scrittrici e scrittori e una di queste è proprio Elsa Morante. Ho pensato di dedicarmi alla lettura de L'Isola di Arturo che mi è sembrato quello molto più vicino ai miei gusti tra i romanzi della Morante. Ho lanciato la proposta sul social instagram, e si sono unite a me altre lettrici; alcune che, come me, volevano recuperare la Morante, altre che avevano letto sue opere ma non L'Isola di Arturo e qualcuna che voleva fare una rilettura del romanzo dopo molto tempo dalla prima. E chi poteva essere più felice di me!?
Il 2 di ottobre è partita la lettura; le tappe erano molto "leggére" in modo da consentire a tutte le partecipanti di dedicarsi a questa storia con attenzione e di poter, al contempo, leggere altro. In basso a questo post ho inserito le impressioni suscitate nel corso della lettura, tappa dopo tappa, tentando di non fare anticipazioni.
L'Isola di Arturo è stato pubblicato nel 1957 nell'edizione Supercoralli di Einaudi e la Morante, grazie a questo romanzo, vinse il Premio Strega.
Qui non troverete una recensione de L'Isola di Arturo, ma una spiegazione, un incentivo, uno sprone (spero) alla sua lettura.
Lo stimolo che mi sento di offrire (quello che ha spinto me), è la scrittura della Morante. Lo stile di Elsa Morante ci fa identificare con il protagonista Arturo e lo fa utilizzando la sua voce come narratore. E' Arturo che racconta la sua vita sull'isola di Procida, racconta le sue esperienze, le sue azioni, il suo amore (quasi una idolatria) per il padre Wilhelm. E' un racconto onesto quello di Arturo, che mette in evidenza anche i suoi lati negativi, o forse soprattutto quelli.
Arturo è solo, viene cresciuto da uomini, in una casa che donne non le ha viste quasi mai. Eccezione è stata la madre che però muore mettendolo al mondo. Dagli uomini che aiutano Arturo a crescere è escluso il padre, Wilhelm Gerace, che è sempre in viaggio. Arturo immagina le avventure del padre, sogna di poter partire un giorno assieme a lui e racconta i suoi ritorni sull'isola come momenti importanti, magici, li infarcisce di gesti e di messaggi che, nella realtà, non ci sono. E' un autodidatta, sogna di girare il mondo da grande, impara tutto dai libri a cui si dedica. L'evoluzione di Arturo avviene lentamente perchè lui prende coscienza, con i suoi tempi, del suo essere, dei suoi cambiamenti e riesce a vedere meglio la realtà perchè il suo sguardo cambia.
All'apparenza questa di Arturo è una storia semplice, una storia di crescita, senza grandi stravolgimenti. Arturo ha tutto, non ha preoccupazioni, non ha bisogno di procurarsi il cibo, ha un tetto sulla testa, vive su un'isola in cui accadono poche cose. Eppure la Morante riempie il racconto di meraviglia, lo infarcisce di mito, inserisce momenti di ironia, rendendo il tutto veritiero, uno spaccato di quel mondo e di quel tempo che si sente il bisogno di conoscere, pagina dopo pagina.
La dimostrazione di quanto dico sta nel fatto che la lettura in gruppo è stata costante, e sempre sollecitata da quel modo di scrivere di Elsa Morante che trasferisce a chi legge voglia di sapere, di capire e di partecipare.
Leggerò altri romanzi della Morante e so che sarò accompagnata da un meraviglioso gruppo che ama scoprire le bellezze della letteratura prodotta da questa scrittrice.
Cronaca di una lettura a tappe!
Prima tappa/Primo capitolo: è una sorta di introduzione al personaggio Arturo, al padre Wilhelm e all'ambiente isolano. Tutte le partecipanti al gruppo di lettura, sono concordi nel dire che la scrittura della Morante attrae, sostiene la storia, ben dispone nel proseguire la lettura; viene definita "molto descrittiva e poetica, ma che, allo stesso tempo, racconta le varie vicende con argomentazioni concrete". Quel che viene percepito facilmente è l'idolatria che Arturo prova rispetto al padre di cui attende i ritorni sull'isola. Wilhelm infatti non vive stabilmente con lui, è sempre in viaggio.
Seconda tappa/Secondo capitolo: alla fine del primo capitolo viene annunciato un evento e nel secondo capitolo arriva un personaggio femminile. L'ambiente finora era prettamente maschile. Non vi sono donne nella vita di Arturo perchè la mamma è morta partorendolo e, rimasto solo, è stato sempre circondato da uomini che si sono trasformati in vere e proprie balie. Il personaggio femminile arriva e da tutte noi viene accolto un pò con sorpresa. Quel che viene messo in risalto, anche dal racconto della Morante è la coscienza e la crescita di Arturo. Il racconto fatto in prima persona mette in risalto proprio questo aspetto.
Terza Tappa/Terzo capitolo: Arturo cresce, è nell'età dell'adolescenza e deve scontrarsi o abituarsi a cambiamenti che non avrebbe mai potuto prevedere. Il capitolo (forse) è significativo per il prosieguo di tutta la storia (lo scopriremo solo andando avanti nella lettura) ma, evitando di fare spoiler, si può dire che il carattere del ragazzo cambia molto. Si fa più grezzo, si indurisce, rifiuta le intromissioni di persone che considera "altro" rispetto alla famiglia costituita da lui e dal padre. Si scopre che ama leggere, che la sua istruzione è da autodidatta e che si dedica alla lettura di testi che trova in casa. "Vive ogni cosa come se fosse il protagonista di un romanzo d'avventura, misteri, intrighi, azione, eppure non si è mai mosso da Procida." dice Sara nel gruppo. Questo modo di vivere di Arturo è in effetti quel che accade a tutti coloro che amano la lettura e che si immedesimano nelle storie.
Quarta Tappa/Quarto capitolo: l'evoluzione di Arturo prosegue. La chiave di lettura è, secondo me, prestare attenzione al carattere di Arturo piuttosto che alle vicende che accadono, anche perchè se ci aspettiamo grandi eventi o grandi movimenti non troveremo nulla di tutto questo. In questo capitolo si scopre qualcosa di più su altri personaggi del libro, sugli abitanti di Procida, sulle donne in particolare. Avviene anche un episodio simpatico (che è bene scoprire leggendo tutto il romanzo piuttosto che avere una antipatica anticipazione in queste pagine). Porre l'attenzione su Arturo non è difficile perchè la narrazione è tutta in prima persona. E' lui a parlare ed a raccontare ciò che sente, i suoi sentimenti, le sue passioni, i suoi timori. Ed è su di lui che è concentrata la narrazione della Morante.
Quinta tappa/Capitoli Quinto e Sesto: in questi capitoli abbiamo visto un ulteriore cambiamento nella narrazione. La crescita di Arturo include il raggiungimento di obiettivi da adulto. In effetti ha circa quindici anni, ma per l'epoca in cui è stato scritto questo romanzo è chiaro che a quell'età si era già considerati uomini e non più ragazzi. L'assenza di una guida e del padre lasciano Arturo a scoprire le proprie necessità e le proprie pulsioni da solo. Arturo è consapevole di vivere in solitudine e in tale condizione affronta la vita. La Morante ha dato in questi ultimi capitoli una svolta, un incremento di fatti ed azioni che sicuramente ci porteranno ad una parte finale più movimentata.
Ultima tappa/Capitoli Settimo ed Ottavo: che si tratta di un romanzo di formazione è chiaro fin dalle prime pagine, ma in questi ultimi capitoli, abbiamo una ulteriore presa di coscienza di Arturo. Comprende che la sua condizione personale non può delimitarsi all'isola, capisce che i suoi sentimenti sono condizionati dal suo modo di vivere e limitati a quel modo di vivere. Fa scoperte importanti sulle persone che lo circondano ed alle quali è legato. La Morante riesce a far comprendere il cambiamento di Arturo Gerace e accompagna non solo il suo personaggio, ma anche il lettore, verso una consapevolezza maggiore.