La donna che odiava i corsetti di Eleonora D'Errico

01.05.2024

"Mia nonna diceva sempre che il tempo è un regalo del Signore, ce n'è per tutti. Lo diceva già quando, con passi ancora incerti, accarezzavo i germogli del fiore del furmentum che i contadini avevano da poco seminato."

Siamo a Tirano, in valtellina, ed è settembre del 1877. Questo è l'incipit de La donna che odiava i corsetti, il romanzo di Eleonora D'Errico che racconta la vita di una donna straordinaria, vissuta a cavallo tra l'800 e il '900 che ha segnato la storia della moda italiana, dando un impulso importante all'esistenza del made in Italy e non solo. Si chiamava Rosa Genoni e di lei, come di molte altre donne, la Storia, quella che tutti studiamo, quella che troviamo sui libri di scuola, non fa menzione. 

Allora ben vengano i libri come questo di cui vi racconto che è frutto di un lavoro di studio della sua scrittrice ed ancora prima del suo saper guardare, cogliere i particolari e approfondirli. Eleonora D'Errico è una giornalista e durante una ricerca per lavoro si imbatte in una immagine (inserita qui sotto), quella che ritrae il primo Congresso internazionale femminile tenutosi a L'Aja il 28 aprile 1915. Quel congresso contava oltre mille delegate che volevano difendere la cultura della pace nel momento peggiore per l'Europa e per il mondo intero: l'inizio della prima guerra mondiale.

Tra i nomi nella didascalia delle rappresentanti del tavolo di presidenza scorge "Rosa Genoni, Italy" (che è la quart'ultima da destra) e, mossa dalla curiosità di sapere di più sulla rappresentante delle donne italiane, approfondisce, studia, ricerca e si imbatte, tra le altre realtà, nell'Associazione Amici di Rosa Genoni, gestita dagli eredi. 

Da qui nasce questo romanzo che ripercorre, come detto, la vita di questa grande donna.

Da quando era bambina sui monti della Valtellina, luogo che ha dovuto lasciare presto, a soli dieci anni per trasferirsi a Milano a lavorare come piscinina nella sartoria della zia per aiutare la famiglia che viveva in povertà. Il racconto è fatto in prima persona, la stessa Rosa racconta quanto le accade, le molte vicende che ha attraversato, le esperienze di vita che l'hanno portata ad essere una voce importante tra le donne del primo novecento italiano.

abiti dell'epoca
abiti dell'epoca

Ci accorgiamo subito che Rosa, già da bambina, è molto perspicace, attenta, veloce ad imparare. Il suo diventare adulta la vede affinare l'arte della sartoria che già aveva imparato dalla madre, e così riesce a creare la sua arte andando a lavorare per importanti case di moda, non solo milanesi, ma anche a Parigi ed in altre città Europee dapprima come sarta e poi come direttrice e première. Rosa Genoni costruisce un suo modo di concepire gli abiti che verrà accolto con ritrosia inizialmente, ma che segna un forte cambiamento rispetto alla moda del tempo, influenzata fortemente da quella francese. 

Dal titolo stesso del libro abbiamo un'idea di uno dei cambiamenti che Rosa Genoni ha apportato nella moda: la liberazione del corpo delle donne dalla costrizione dei corsetti che erano delle vere e proprie torture. Per arrivare a questo risultato ci sono volute tanta caparbietà, molta volontà e una spiccata intelligenza. Leggendo la sua storia capirete come nulla è stato facile e, considerando anche i tempi in cui è vissuta, possiamo intuire come le battaglie intraprese da lei e dalle donne del suo tempo siano state fondamentali per costruire la nostra società odierna, in quanto a diritti, voce e spazio alle donne.   

Importanti gli incontri con Anna Kuliscioff (ginecologa, giornalista, rivoluzionaria, tra i fondatori e principali esponenti del Partito Socialista Italiano) e con Anna Maria Mozzoni (giornalista italiana, attivista dei diritti civili e pioniera del movimento di emancipazione delle donne in Italia) con le quali diventa amica e inizia una collaborazione attiva per l'emancipazione delle donne sul lavoro e nella vita sociale; segno che l'unione di intenti e di teste pensanti non può che portare ad ottenere risultati forse insperati. 

"Poi guardai Anna Maria dritto negli occhi. <Non posso più stare a guardare> affermai.

<Be', allora sei nel posto giusto> rispose. <Attorno a te hai donne che sono stufe marce di stare a guardare>. Con quel breve scambio di battute iniziò l'amicizia con Anna Maria Mozzoni e il mio viaggio di scoperta di un mondo che si muoveva in parallelo a quello delle gentildonne e dei gentiluomini, abituato a guardare più alla sostanza che alla forma: in questo nuovo mondo, mi resi conto per la prima volta che l'unico modo di fare la mia parte era imparare a usare la forma, per raccontare la sostanza."

Può un libro rapirti e con esso la protagonista che viene raccontata? è una domanda che spesso viene posta a lettrici e lettori. In questo caso la risposta è SI e viene avvalorata anche dal fatto che la protagonista è esistita, ha lasciato una grande eredità e vi è bisogno di conoscerla e farla conoscere. 

Rosa Genoni con il Tanagra, abito di sua creazione
Rosa Genoni con il Tanagra, abito di sua creazione

Potrei raccontare ancora molto della storia di Rosa Genoni e vi assicuro che l'impulso è quello, ma voglio invitarvi a leggere La donna che odiava i corsetti perchè Eleonora D'Errico ha riportato in vita, passatemi il modo di dire, non solo la donna Rosa, ma tutte le battaglie che l'hanno vista protagonista. 

Ho avuto l'onore di incontrare Eleonora D'Errico e di presentare questo libro per Quid, l'associazione di cui faccio parte, alla Biblioteca Bindi di Giulianova. In quella occasione ho avuto modo di ringraziare la scrittrice per aver raccontato questa storia e per averlo fatto in questa forma. Il racconto in prima persona rafforza e rende più efficace la narrazione e, a mio parere, fa sentire chi legge ancora più coinvolto nelle vicende e le fa ricordare ancora di più. Di certo se questi esempi venissero divulgati e raccontati ai ragazzi ed alle ragazze che studiano la Storia forse si produrrebbe maggiore consapevolezza sulle battaglie civili perpetrate nel passato di cui oggi usufruiamo.

Esiste dal 2011 l'Archivio Genoni-Prodeider (che è il cognome di Alfredo, marito di Rosa) alla cui formazione si è dedicata la nipote Raffaella Prodeider, riconosciuto di interesse storico dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia e il nome di Rosa Genoni è stato inserito nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, dove è sepolta, tra i milanesi illustri che hanno fatto grande la città.  

Eleonora D'Errico ed io alla Biblioteca Bindi di Giulianova
Eleonora D'Errico ed io alla Biblioteca Bindi di Giulianova

Conosco da un pò di tempo Eleonora D'Errico, grazie alla parte positiva dei social. Ci siamo spesso scambiate consigli di lettura e non potevo esimermi dal leggere questo suo romanzo. Avevo letto anche il precedente La spirale del tempo, scritto insieme a Gabriele Ionfrida, edito Rizzoli (2022), di cui ho parlato su questo blog. Nel 2018 ha pubblicato con la Bookabook il suo primo romanzo dal titolo L'Amore Sublime. Ancora prima ha pubblicato una favola per bambini Agostino e la leggenda delle stelle (EdiGi anno 2009). Ha anche lei un blog la Derrick Racconta, interessante e pieno di articoli, racconti, letture. 

Sono molto grata ad Eleonora per avermi scelta per la presentazione del suo libro e per avermi dato l'opportunità di conoscere Rosa Genoni e un pezzo di storia, della nostra storia, che tanto ha significato per la nostra epoca moderna. 

Questo è un libro prezioso che consiglierò sempre!

https://www.instagram.com/raccontarerosi/