Non vi lascerò orfani di Daria Bignardi
Ho preso e letto questo libro di Daria Bignardi quasi inconsapevole di quello che avrei trovato. In realtà ero attratta dal suo ultimo libro "Oggi faccio azzurro" ma, come sempre titubante davanti alle ultime uscite, ho pensato di approfondire i temi della scrittrice. Così mi sono imbattuta in una intervista di Daria Bignardi (credo fosse a Verissimo) in cui parla del rapporto con la madre, con l'ansia che ha ereditato e che cerca di gestire, e nel mentre cita questo suo libro. Ho pensato fosse meglio partire da qui.
Mi sono trovata immersa nella storia della famiglia della Bignardi. Un libro molto intimo che parte da un evento triste, la morte della madre Giannarosa.
"Al dolore ero preparata. Da ventiquattro anni, dal giorno che era morto mio padre. Anzi, da prima ancora: da quando subito dopo l'esame di maturità mi dissero che era malato, e scappai via."
Già dall'incipit ci si immerge nel dolore che la perdita suscita, ma, piano e dolcemente, la Bignardi costruisce la forza del ricordo. Il ricordo non può prescindere dal raccontare tutto quel che si è vissuto con la famiglia e, parlando dei tratti caratteriali della madre prima e del padre poi, non può discostarsi dal raccontare la storia delle due famiglie, la genealogia.
Viene fuori così uno spaccato completo, che delinea tanto del modo di vivere e di crescere che può essere stato comune a molti della mia generazione. Le famiglie da cui provengono i nostri genitori hanno attraversato quasi un secolo, le due guerre e molti sacrifici e forse poche soddisfazioni. E da lì che si formano i caratteri. Ho trovato tanti punti in comune con molti personaggi raccontati dalla Bignardi. Lei parlava della sua famiglia ed io sorridevo pensando alla mia.
Ho capito il lavoro che ha voluto fare Daria Bignardi con questo libro e l'ho collegato al titolo.
Non vi lascerò orfani può significare "non siete senza storia, avete un vissuto, avete tanti vissuti di cui farvi scudo e con il quale darvi forza!" e poi i ricordi camminano insieme a noi e ci tracciano la strada.
"Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c'è più: è la vita, con tutti i suoi ricordi. E amore. Tutto l'amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato. Per quello soffriamo tanto quando ci muoiono i genitori: sappiamo bene che nessuno ci amerà mai più di così. Ci piangiamo addosso, meschini."
Per questo Daria (così come la sorella Donatella che la aiutata nel ricostruire alcuni particolari) ripercorrono alcuni episodi, i racconti della mamma, legati alla casa dei nonni o alle vacanze al mare. E' un percorso formativo che permette di sorridere e di pensare al futuro.
Mi confrontavo con altre lettrici (i social permettono di fare questo in modo veloce) e parlando di questo libro, abbiamo capito che ci deve essere il momento e lo spirito giusto per leggerlo. Può risultare noioso, se non si capisce da cosa è nata l'esigenza della Bignardi di raccontare tutto questo. Ha compiuto una operazione psicologica su di se e l'ha offerta al pubblico. Così come lei sa fare. Con semplicità.
La bellezza di questo libro risiede proprio nella semplicità del linguaggio che riesce a farti vedere i luoghi, i visi, gli occhi, i sorrisi e riesce a farti sentire, forte, l'accento emiliano, In realtà molte pagine le ho lette immaginando la Bignardi, con il modo di parlare tutto suo.
Si lo so. Esiste l'audiolibro letto proprio da lei. Probabilmente lo ascolterò, perchè sarà più facile cogliere alcune sfumature che non ho colto leggendolo a modo mio. Ma io i libri li devo vivere, pagina dopo pagina.
A me spiace essere arrivata solo adesso a leggere la Bignardi. Un pò di ritrosia me la sono concessa, anche se sono stata una fan delle sue Invasioni Barbariche. Non me ne sono persa molte delle interviste; mi divertiva il suo modo di fare, pungente ed anche divertente, pure con bevuta di birra finale. Non ho seguito la sua trasmissione più recente L'Assedio, ma recupero ogni tanto qualche sua intervista.
Diciamo che le mie diverse (se non contrapposte) prospettive ed esperienze politiche rispetto quelle della Bignardi, non mi hanno fatto approfondire la scrittrice. Mi sono accorta però che queste diversità possono trovare delle convergenze nei temi trattati nel libro appena terminato. Davanti ai ricordi della vita di famiglia fino ai vent'anni e dopo, non fa nulla se una è comunista e l'altra no!
Tra le interviste a Le Invasioni Barbariche, ce n'è una che ricordo sempre, perchè mi fece divertire tantissimo. E' quella alla scrittrice Amélie Nothomb, personaggio veramente fuori dal comune. Aggiungo il video di una parte qui di seguito. L'intervista su You Tube è divisa in più parti e si può recuperare direttamente sul sito!