Norwegian Wood di Murakami

31.12.2020

E' stata la mia prima lettura di questo scrittore, conosciutissimo ai più, ma non a me. Un pò per timore e un pò perchè non era il suo tempo non avevo mai affrontato Murakami. Dopo la lettura di Norwegian Wood, sono pronta ad approfondire la conoscenza di questo scrittore giapponese.

Murakami mi ha conquistata per la tranquillità e la serenità con le quali racconta la storia. Non c'è fretta nella sua scrittura, non ho avvertito il bisogno di sapere come gli eventi si sarebbero conclusi, ma ho seguito lo svolgersi dei fatti così come lui li ha pensati. Tutto si svolge secondo una logica che fa venir voglia di leggere ed andare avanti. La consapevolezza è quella di aver attraversato l'animo del protagonista, di aver assistito al suo passaggio dall'adolescenza all'età adulta, attraverso il racconto di quel che ha vissuto in prima persona e di quello che lui prova, seppur cadenzato, appunto da un ritmo lento.

La mia lettura è stata accompagnata dai brani musicali che nella storia vengono richiamati, suonati e cantati (tanto che si può trovare la playlist con i brani anche su Spotify). 

Siamo alla fine degli anni '60 in una Tokyo toccata dalle rivolte studentesche e con sullo sfondo la musica dei Beatles. Ragazzi e ragazze vivono la loro adolescenza alcuni in maniera sfrenata, altri lasciandosi attraversare dalla malinconia, altri ancora cercando in qualche modo di superare le difficoltà della vita. 

Murakami con questo suo romanzo, scritto nel 1987, ci racconta l'esperienza personale di Watanabe Toru, diciassettenne nel 1968, ragazzo solitario, volto alla riflessione sulle cose che gli accadono, perspicace e attento, ama leggere e non ama le etichette. Soffre molto perchè il suo migliore amico Kizuki si suicida (non è spoiler, perchè accade all'inizio del romanzo) e perchè, pur frequentandolo spesso e fino all'ultimo giorno di vita, non aveva capito il male interiore del suo coetaneo. Raccoglie, se vogliamo, la sua eredità, Naoko la fidanzata di Kizuki e da quel momento accadono una serie di eventi che porteranno il nostro Toru ad innamorarsi di Naoko ed a vivere una esperienza forse un pò troppo forte per la sua età. Gli eventi ci vengono raccontati come una sorta di diario in cui la quotidianità viene descritta in ogni suo dettaglio, che a volte potrebbe sembrare superfluo, ma che consente di comprendere le molte sfaccettature dell'animo umano.

Il nostro protagonista incontra, tra gli altri, un'altra figura femminile Midori, studentessa anche lei, compagna di corso di Toru, coraggiosa, forte, che diviene la alter ego perfetta della Naoko del suo cuore.

In alcuni momenti sembra che per il nostro protagonista lo spazio per i turbamenti e i sentimenti sia minimo. Che gli avvenimenti, seppure così dolorosi, siano trattati quasi con disinteresse. In altri ci sono degli sprazzi di lucidità che lo fanno agire per trovare la soluzione ai suoi mali ed a quelli degli altri. 

Norwegian Wood è un romanzo che, come ammette lo stesso Murakami, si può amare e si può odiare. Per comprenderlo fino in fondo ci si deve "staccare", in qualche modo, dalla nostra filosofia occidentale, dal nostro modo di agire. Molti argomenti, sopratutto quelli relativi al sesso, sono affrontati senza tabù, senza quel senso di colpa che è proprio del mondo occidentale. Anche il rapporto con la morte, con il dolore, con la depressione e con il suicidio hanno un altro modo di essere affrontati. Bisogna lasciarsi prendere, come dicevo prima, dalla scrittura di Murakami per poter comprendere fino in fondo il viaggio che intende farci fare con questo romanzo. 

In una delle pagine che ho segnato c'è questa bella frase, molto significativa. Midori dice a Toru: 

Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ci piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. E' quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti. 

Non sono così esperta di Murakami e di letteratura giapponese, per poter dire se è uno scrittore che corrisponde ai canoni di quella letteratura. Ho letto molto su questo punto e mi pare che sia considerato il più occidentalizzato tra gli scrittori del "Sol Levante". Ma certamente gli influssi d'occidente arrivano anche a quelle latitudini. Probabilmente il contrario è più difficile. Come ho detto prima però, questo suo primo romanzo letto grazie alla spinta del Gruppo di Lettura #ioleggoeinaudi mi ha messo la curiosità di approfondire questo autore. E così farò!

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