Solo un Ragazzo di Elena Varvello

29.01.2021
Ho riflettuto molto su cosa dire di questo romanzo. Rischio di doverne parlare troppo e quindi, raccontare gran parte della trama, togliendo il gusto della lettura a voi che avete la bonta' di leggermi.

Cerco quindi di rispondere ad una semplice domanda: Perche' questo libro va letto?
Perche' racconta una storia forte che potrebbe capitare a chiunque. Perche' la Varvello la racconta attraverso le reazioni e le sensazioni di tutti i protagonisti, riuscendo a fare empatizzare il lettore con tutti loro. 
Ed e' una cosa non e' facile. Sopratutto in una storia dura e forte come questa. 
In Solo un ragazzo abbiamo il desiderio dei componenti di una famiglia di guardare, di capire, di perdonarsi e di ritrovarsi. Abbiamo molti sentimenti che irrompono con forza: incredulità, speranza, turbamento e amore. Abbiamo una madre, Sara, che il figlio lo ha perso in più modi: perché non può abbracciarlo, non può chiarirsi con lui, non lo ha riconosciuto e forse non lo ha capito. Eppure la sua è una lotta per comprenderlo, per salvarlo, prima dentro di sé e poi di fronte al giudizio della piccola comunità dove vivono. Li' tutto sembra perfetto, le "mine vaganti" non possono essere ammesse. Quello che il ragazzo ha fatto, quello che è accaduto, e' una cosa che segna quel luogo, quella famiglia, rompe gli equilibri di un paesino fuori dalla grande citta', dove tutti si conoscono e dove i figli possono essere i figli di tutti.

Pietro, il padre, ha cercato di reggere tutto il dolore della famiglia e di convivere con il senso di colpa, cerca una via di fuga, continua a lavorare, insegna ai ragazzi di una scuola superiore, quella che il figlio avrebbe dovuto frequentare. Le sorelle, Amelia e Angela, sono cresciute all'ombra di ciò che è accaduto e hanno cercato strade, soluzioni differenti. Hanno perduto la fede o forse l'hanno ritrovata, sono spaesate, non sono unite nella ricerca della verita', Pensano di ricordare ma hanno dimenticato, non hanno chiaro quasi nulla di cio' che e' accaduto!

Gli eventi si svelano poco a poco, nelle pagine di questo libro sapientemente calibrate ed intense, come un puzzle che piano si compone. Scrivo questa pagina dopo l'incontro con la scrittrice, Elena Varvello, organizzato dal gruppo di lettura. In una riunione, molto bella e quasi intima, siamo riusciti a capire molte cose. Ho compreso come la costruzione della storia, sia nata pagina per pagina, emozione per emozione, disperazione dopo disperazione, alla ricerca dei perche' e della luce, della speranza, del perdono e della comprensione.  

Il lettore diventa ed impersonifica tanti personaggi: la disperata Sara, l'addolorato e scoraggiato Pietro, la perduta e ribelle Angela, la fiduciosa Amelia. Come cambia il punto di vista, cambia il tuo cuore e l'unico punto fermo resta il ragazzo con la felpa ed il cappuccio che va nei boschi, che scruti e di cui cerchi lo sguardo. Ed alla fine, dopo aver ragionato con tutti e cercato di capire tutti, empatizzi con lui. In fondo quel che il ragazzo sta cercando è quello che cercano tutti: essere sfiorato da una carezza leggera, che lo comprenda, che lo faccia sentire solo un ragazzo. Costruisce un suo rifugio, senza la luce rassicurante delle case di Cave, ed e' li' che rimane in attesa che qualcuno lo salvi, che qualcuno capisca, che qualcuno comprenda. 

Solo un ragazzo e' una espressione che viene usata spesso per indicare qualcuno che potrebbe essere anche altro, ma che e' troppo piccolo per comprendere. Solo un ragazzo puo' essere una accezione negativa per chi invece vuole essere capito, per chi non ha la soluzione per ogni cosa. Puo' essere uno schiaffo, puo' essere una carezza. Forse e' un'espressione che bisogna dosare, usare con prudenza.
Per questo il nostro Ragazzo non ha nome. Tutti possono essere Quel Ragazzo. 

Elena Varvello è nata a Torino nel 1971, dove è docente presso la Scuola Holden. Ha pubblicato le raccolte di poesie Perseveranza è salutare (Portofranco, 2002) e Atlanti (Canopo, 2004). Con i racconti L'economia delle cose (Fandango, 2007) ha vinto il Premio Settembrini, è stata selezionata dal Premio Strega e nel 2008 ha vinto il Premio Bagutta Opera prima. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, La luce perfetta del giorno (Fandango). Per Einaudi ha pubblicato La vita felice (2016); tradotto in numerosi Paesi, è stato uno dei libri di narrativa straniera - unico titolo italiano della classifica insieme a Elena Ferrante - piú venduti in Gran Bretagna nel 2018. I diritti cinematografici di La vita felice sono stati opzionati. Sempre per Einaudi, ha pubblicato Solo un ragazzo (2020).

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