Circe di Madeline Miller
Mi sono chiesta perchè ci ho messo tanto a prendere questo libro e leggerlo. Avevo il timore che Circe non venisse fuori "bene" da questo romanzo o comunque che potesse essere, in qualche modo, scalfita la mia idea personale di questo personaggio mitologico. Invece la Miller, di cui avevo letto già La canzone di Achille, non si è smentita. Ha romanzato sì, la vita (lunghissima vita) della ninfa Circe, ma l'ha resa ancora di più mito e l'ha resa molto più umana.
Di Circe conosciamo quel che racconta Omero nell'ormai celebre canto X dell'Odissea che inizia così «E arrivammo all'isola Ea: vi abitava Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana». Ma di lei parla Virgilio nel libro Settimo dell'Eneide, ne parla Ovidio nella Metamorfosi, ma anche D'Annunzio nella Alcyone e tanti altri; la sua figura è legata a molti racconti, storie antiche di Roma, dei suoi imperatori e dei loro culti. E' legata ai templi a lei dedicati sul monte Circeo (che pare fosse l'isola di Eea) ed a ritrovamenti di una e più statue che le cui donne ritratte sono state con lei identificate.
Gli studiosi di mitologia dibattono su Circe dea o donna, maga o ninfa; dibattono sulla sua bontà o sulla sua perfidia, anche su chi fosse ad averla generata. Di certo è un personaggio del mito studiato, raccontato, approfondito, usato. La si indica come colei che sa parlare con i morti, che sa come andare nell'oltretomba, ma anche come la dea della fertilità, della generosità, maga esperta di pozioni magiche .
"Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l'immortalità."
Così inizia questo romanzo la Miller. Un racconto di Circe fatto in prima persona. Circe racconta la sua vita, le sue peripezie, la sua solitudine, il suo esilio e tutto ciò che il mito a lei assegna. Senza sconti, senza nascondersi. Ogni passo che Circe compie nel prendere coscienza di se, ci è raccontato con un ritmo preciso, che nella lettura non lascia spazio a stanchezza o distrazione. Un passo molto significativo che segue l'incontro con Ulisse è questo: "Molti anni più tardi, avrei udito un canto ispirato al nostro incontro. Il giovane che cantava era inesperto, erano più le note che mancava che quelle che coglieva, ma attraverso lo scempio risplendeva la dolce musicalità dei versi. Non mi sorprese come venivo ritratta: la maga altezzosa e annichilita di fronte alla spada dell'eroe, inginocchiata a supplicare pietà. Le donne umiliate mi sembrano il passatempo preferito per i poeti. Quasi non possa esistere storia senza che noi strisciamo o piangiamo."
Ma i passi in cui Circe rivendica per se un ruolo forte ma allo stesso tempo di rivalsa rispetto a ciò che aveva subìto fin dalla nascita, sono molti. Se trasforma i compagni di Ulisse in porci c'è un motivo ben preciso; se la sua isola era da evitare per le navi, un motivo ci doveva essere; se le sue pozioni erano efficaci dietro c'era molto lavoro. La Miller fa spiegare a Circe molte delle sue azioni ed alla fine, vi assicuro, non si potranno che capire ed approvare.
Seppur molti degli episodi narrati non li ricordavo perfettamente, non posso che consigliare la lettura di questo libro. Forse va letto se si conosce già il mito o forse lo si può usare per imparare qualcosa in più.
Se si approfondisce Circe come personaggio, si possono scoprire anche cose in più rispetto ai culti della Roma antica. Oppure si può scoprire perchè in alcuni scritti l'isola di Eea è identificata con il Circeo (che secoli fa era un'isola perchè circondata da paludi poi bonificate dal 1924 in poi) o con Zanone (isola più a largo tra quelle Pontine) o addirittura Ponza. Oppure, si può essere spinti a visitare il Circeo, San Felice Circeo e il Picco di Circe (da cui vi è una vista meravigliosa) o Sperlonga (di cui parlo qui), Terracina e Sabaudia che sono località poste nel Lazio, bellissime da vedere e da scoprire, che raccontano in larga parte Circe ed il suo mito.
Insomma è un libro che insegna molto. E che mi ha fatto amare ancor di più, qualora fosse possibile, questa "donna" da cui sono rimasta ammaliata anni ed anni fa!