I Russi sono Matti di Paolo Nori

05.11.2020

Ispirata dal titolo, avevo acquistato molto tempo fa questo libro (è uscito a settembre 2019) e, come tanti altri libri, ha aspettato tranquillamente un bel pò sullo scaffale della libreria prima di essere preso e letto. Sicuramente avevo bisogno di una svolta, cioè di leggere qualcosa della letteratura russa, e finalmente è arrivata! Per mia sfida personale e per smaltire i libri che ho in casa ho letto "Il Maestro e Margherita" di Bulgàkov (di cui ho parlato in altro post che potete leggere cliccando qui) che stazionava anche lui "tranquillo".

Leggendo Bulgàkov molte volte mi è capitato di usare la parola "matto" riferito o ai personaggi o allo scrittore, per cui era impossibile non farmi venire alla mente il libro di Nori.

Il sottotitolo del libro è "corso sintetico di letteratura russa dal 1820 al 1991". Può sembrare un manuale ma non lo è, e lo si capisce già dalle prime pagine. 

Nori ha uno stile particolare nell'introdurre l'argomento e parla della sua esperienza e del suo approccio alla letteratura russa in maniera per niente affettata. Capiamoci bene Nori è, uno scrittore, traduttore e blogger (www.paolonori.it), laureato in letteratura russa, studia da oltre quarant'anni la letteratura russa e, oltre a scrivere romanzi, ha tradotto molte opere dal russo ed anche dal francese. Si definisce un grande appassionato di letteratura russa e questo amore è nato da quando, a 15 anni, ha letto Delitto e Castigo di Dostoevskij. L'escursus che fa fare al lettore, attraverso questo manuale, è molto particolare ed affronta i vari argomenti in un modo comprensibile anche per chi, come me, ha letto solo Il Maestro e Margherita e Le Notti Bianche (senza nemmeno capirlo fino in fondo!).

La bellezza di questo manuale sta proprio in questo. Lo possono leggere sia coloro che hanno letto gli autori russi classici come Dostoevskij, Gogol', Puškin, Tolstoj (sopratutto Anna Karenina) e sia quelli come me! Perchè il linguaggio semplice, ironico e puntuale non scende molto nel tecnico, ma spiega le ragioni per cui questi mostri sacri sono il contrario di quello che invece possono apparire. 

La lettura mi ha divertita tantissimo, partendo proprio dalle prime pagine. Il caso ha voluto che già nei primi paragrafi ve n'è uno in cui racconta di aver fatto la tesi proprio su Bulgakov. Lo racconta, in realtà, per parlare degli accenti dei nomi russi (si pronuncia Bulgàkov e non Bùlgakov scopro), e di quanto sia difficile pronunciare un nome nel modo corretto, ma a me ha già strappato un sorriso di fiducia.

Dopo aver letto "I Russi sono matti" si ha come la sensazione di avere aperto un enorme baule e di trovarlo pieno di cose da cui veniamo sommersi, alcune che non trovavamo da tempo ed altre che invece non sapevamo nemmeno di possedere; oggetti di ogni tipo ai quali, allegramente, piano piano troveremo il loro posto. 

Questo libro, che si legge in pochissimo tempo, mette alla luce le modalità spazio/temporali nei quali questi grandi autori si muovevano, scrivevano ed orbitavano, partendo da un sunto che spiazza immediatamente: i russi hanno il senso dell'umorismo e lo usano. Nori riporta un esempio che ho sottolineato ridendo: in un manuale di lingua russa su cui ha studiato viene riportato un dialogo dal titolo "purtroppo no" che dice così:

"Il manuale ce l'hai?"
"Ce l'ho."
"Il quaderno ce l'hai?"
"Ce l'ho."
"La matita ce l'hai?"
"Ce l'ho."
"Le sigarette ce l'hai?"
"Ce l'ho."
"La vodka ce l'hai?"
"Purtroppo no."

E' un contesto strano un manuale della lingua russa per l'utilizzo dell'ironia nella spiegazione di un dialogo. Nori non ha strutturato il "corso sintetico" passando da un autore ad un altro o da un'opera ad un'altra, spiegando tecnicamente le storie o svelando la struttura di un romanzo, ma ha analizzando tre temi relativi alla vita reale degli scrittori e nel loro rapporto con il potere, l'amore, e il byt (cioè la vita quotidiana).

Riesce così a mostrare come questi elementi influiscano nella letteratura russa dell'ottocento e del novecento. E spiega anche il perchè pone come data finale il 1991. Da leggere per capirlo.

Nori stesso, nella sua nota di servizio dice che non attuerà nel libro un esame esaustivo, ma che prova a tracciare un percorso che ci farà conoscere la sorgente per questi scrittori, che definisce, a mio parere in modo stupendo, "inabbracciabili". 

Ma se allo stesso tempo sono "inabbracciabili" (e se lo dice Nori, perchè non crederci?) attraverso aneddoti, storie, sunti e citazioni i maggiori russi vengono dissacrati e disinnescati. Il tanto sacrale "spirito russo" appare meno complesso e contraddittorio, più comprensibile, anche per me. 

Tanto che non fanno più tanta ansia con i loro tomi esagerati e viene voglia di leggere romanzi russi. 

Piacere della conoscenza, Paolo Nori.

https://www.instagram.com/raccontarerosi/