Il ladro di quaderni di Gianni Solla
"A Tora mi conoscevano come il guardiano dei maiali, unico figlio maschio di Tommaso Raffaele Fortunato Buonasorte detto Furtunà, analfabeta, debole di polmoni, cercatore di funghi, proprietario di quindici maiali e iscritto al partito fascista nella sede di Caserta."
Incipit. Primo capoverso. Basta questo per riconoscere la scrittura di Gianni Solla e sapere che la lettura de Il ladro di quaderni sarà piena, coinvolgente e travolgente. Davide Buonasorte è la voce narrante di una storia che parte nel 1942 da un piccolo paesino in provincia di Caserta, Tora e Piccilli. In paese ci sono la scuola, la chiesa, la farmacia, una corderia (Glicine), il bosco, la Ciampata del Diavolo sulle rocce e, fuori dal bosco, poco lontano dal paese, la casa dove Davide vive con la sua famiglia: il padre, la madre e la sorellina Rosetta. Rosetta a scuola ci va, Davide no. Davide aiuta il padre a governare gli animali, soprattutto i maiali. Ma lui ha voglia di imparare, vuole conoscere le parole, vuole conoscere il loro significato, usarle nel modo giusto. Magari imparare a scriverle.
Per questo, quando può, va da Teresa, figlia del proprietario della corderia Glicine, la quale "era la persona più istruita di Tora e Piccilli assieme al maestro delle elementari Anastasi". Teresa spiega a Davide il significato delle parole, gliele mostra e lui cerca di scriverle in uno dei quaderni che ruba dal furgone di Don Aniello Panzer. Tora e Piccilli è un paesino fatto di gente umile che lavora i campi e diviene meta scelta dal governo per il confino di alcuni ebrei che provengono da Napoli. Sono circa una trentina ed arrivano una mattina a bordo di un autobus; tra di loro, ci sono Nicolas con il padre Gioacchino. Da lì a poco, le vite di Davide, Teresa e Nicolas si incroceranno, si toccheranno, in modo inevitabile.
"Nicolas fu il primo a uscire nel sole di metà settembre che quel giorno era bianco e potente. Indossava una camicia marrone e dei pantaloni scuri, e quando i raggi lo colpirono in pieno volto si protesse gli occhi con la mano. Ricordo la lentezza del movimento del braccio, le falangi prima serrate, poi dischiuse per filtrare una luce più contenuta, la camicia che scendeva sullo sterno ampio e liscio. Non avevo visto un ragazzo più bello. "
Tutte da leggere le pagine di questo libro: sarà difficile non cogliere la poesia che accompagna la storia anche nelle parti più dolorose e difficili. Gianni Solla riesce a mostrarci la durezza della vita di questi ragazzi che, attraversando le pagine della storia, quella con la S maiuscola, diventano adulti. E' un libro sugli opposti che si sovrappongono e si scambiano, è un libro sull'amicizia e sui rapporti veri, sul destino e sulla volontà forte di crescere e migliorare.
Stupisce e sconvolge per quanto il racconto si dimostra vero, non ci sono momenti in cui, a chi legge, possa sembrare ci sia invenzione o finzione; Davide, Teresa, Furtunà, Gioacchino, Nicolas e gli altri personaggi si possono vedere per quanto sono descritti in maniera attenta e particolare. Anche il personaggio più cattivo, viene raccontato da Solla come risultato di ciò che la vita gli ha offerto, non lo mostra forzato, finto, indefinito. Così le vicende che troviamo tra queste pagine coinvolgono, pervadono, rimangono nella mente anche dopo aver chiuso la lettura.
Il ladro di quaderni è stato pubblicato da Einaudi il 30 maggio scorso. Un libro atteso e dai lettori di Solla e dal panorama letterario nazionale ed internazionale, tanto che verrà tradotto in undici lingue. E non mi stupisco delle attese, perchè in mezzo a chi attendeva c'ero anche io. Non vedevo letteralmente l'ora di avere quelle pagine sotto gli occhi e di scoprire la storia che Gianni Solla ci stava consegnando. E così posso dire che l'attesa è stata pienamente ripagata.
Chi mi segue sa che ho letto il precedente libro di Gianni Solla, pubblicato da Einaudi, Tempesta Madre (ne avevo parlato tra queste pagine) e che quel libro, così come il protagonista Jacopo, sono tra i miei preferiti in assoluto. E Il ladro di quaderni va di diritto a fargli compagnia. Senza alcun dubbio di sorta.
Ho avuto l'onore di poter dialogare con Gianni Solla ad una presentazione che si è tenuta a Giulianova in una location molto suggestiva come la Terrazza del Palazzo Kursaal sul lungomare il 28 luglio, organizzata dall'Associazione Culturale Quid, in cui sono stata accompagnata da Paquito Catanzaro, amico, scrittore, giornalista, e blogger de Il lettore medio.
E' stata veramente una bella emozione parlare con Gianni Solla de Il ladro di quaderni e della scrittura in generale, del suo modo di scrivere in particolare e poi di Storia, di teatro e di linguaggio. Ne ho parlato anche in questo altro post!
Gianni Solla prima de Il ladro di quaderni ha pubblicato, come già detto, con Einaudi Tempesta Madre, nel 2021. Pubblicazioni precedenti sono Airbag (Ad Est dell'Equatore, 2009) e Il fiuto dello squalo (Marsilio, 2012). Ha scritto molti racconti che sono stati pubblicati su diverse antologie: SexUniform, Watersex, Hard Blog (Mondadori) Trema la terra, E morirono tutti felici e contenti (Neo Edizioni) Seppellitemi con l'accappatoio (Unwired Media, 2008) Tropico di San Giovanni a Teduccio (Senza patria, 2011). Ha scritto pièce teatrali Lettera a Scarlett Johansonn e Polvere di denti. E' attualmente in teatro il suo monologo Via Senzamore 23 con Giuseppe Gaudino come interprete e la regia di Giuseppe Miale di Mauro.
E' uno scrittore da leggere, tanto che recupererò anche i precedenti, mi sono messa già all'opera. Il suo modo di raccontare lo troverete attento, finemente ironico, diretto. Non fa disperdere il senso delle parole e lo mantiene dall'inizio alla fine, senza uso di fronzoli.
Qui di seguito trovate il link per acquistare il libro direttamente dalla Einaudi, oppure chiedetelo alla Vostra libreria di fiducia.