Tempesta Madre di Gianni Solla

26.12.2021

"Il materiale di cui e' composta la mia famiglia mi e' per lo piu' oscuro." Una frase che troviamo all'interno del libro, molto significativa per la storia che andiamo a leggere. Tra flashback nel passato e racconti del presente analizziamo proprio quel materiale.

"A carnevale mia mamma mi vestiva da Hitler. Ma come le saltava in mente. Le mamme degli altri bambini non ci invitavano, e io e lei andavamo a festeggiare all'autogrill a Capodimonte con una finta copia del Mein Kamft appoggiata sul tavolino a forma di spicchio di pizza."

Incipit. Primo capoverso. Ho sorriso quando ho letto questa frase. In realtà ho sorriso più volte durante la lettura di questo libro. Non so se fosse nell'intenzione di Gianni Solla (non riguardo me, ma in generale) ma questa storia ha un tono ironico e semplice, come se a parlarti fosse un amico che vuol raccontarti la sua storia e le sue disavventure, senza tediare, facendo battute ogni tanto.
L'amico prende le sembianze di Jacopo, un tipo magrolino e un po' imbranato, che racconta la sua vita di figlio. Il suo racconto passa attraverso episodi e ricordi della sua infanzia, degli anni della scuola dalle suore per arrivare a parlare del suo lavoro da impiegato, dei suoi rapporti con le donne, del suo modo di vivere nel presente.

Fulcro del discorso di Jacopo è proprio la madre, donna bellissima, all'apparenza coriacea e decisa, sostenitrice indefessa delle proprie ragioni, costretta, lei che era cresciuta al Vomero, a vivere nel Rione delle Mosche, un quartiere popolare ai margini di Napoli. La chiama spesso "la segretaria" perchè' quello era il ruolo che aveva ricoperto prima di rimanere incinta di lui. Lo fa quando le deve dare un ruolo austero, di superiorità', Diventa "madre" e Jacopo ha la capacità di riconoscerla tale, quando lo stringe a se, quando dormono insieme e quando si prende cura di lui. Di lato al discorso c'è il padre di Jacopo, il macellaio che vende la carne nel suo negozio in quella periferia. Uomo forse troppo ordinario per riuscire a rimanere al fianco di una donna che letteralmente "ti piove dentro come una tempesta".
Tra la madre ed il padre di Jacopo non corre buon sangue, ma Jacopo questo lo chiarisce da subito e ce lo dice in un racconto cadenzato in piccoli paragrafi, che non lasciano indifferenti. 

"La lingua che uso nei temi l'ho imparata soprattutto durante i litigi dei miei genitori, quando mio padre viene a dormire da noi, oppure quando io e mia madre andiamo in macelleria e lei gli fa una scenata con tutte le persone in fila e mio padre per proteggersi dice la parola che più di tutte la fa infuriare:- E' pazza, lasciatela stare. Quello è il detonatore. E' una guerra di nervi."   

Dentro questo libro c'è tanto. C'è il rapporto madre-figlio che assume diversi aspetti, un po' tragi-comici, ma anche irriverenti, dissacranti, dolorosi, amari che Jacopo usa per prendere coscienza (forse) di quello che lui stesso è diventato. C'è il rapporto figlio-padre che sembra non esserci, ma c'è; è fatto di piccole cose, di piccoli passi, di "pensieri" di quello che poteva essere e non c'è stato. C'è il rapporto di Jacopo con sé stesso, con le sue fragilità, le sue insicurezze, le sue paure. Nelle descrizioni che Jacopo fa di sé, viene fuori una immagine di un uomo quasi inconsistente, magro da far paura, svogliato, un perdente già in partenza. Sfida sé stesso nella conquista delle donne, spesso colleghe, donne che poi risultano danneggiate esse stesse, che non presentano, forse per stanchezza, una concreta voglia di rivalsa. 

Gianni Solla
Gianni Solla

Lo scrittore di questo libro è  Gianni Solla (che ringrazio per la foto). Napoletano, classe 1974. Prima di Tempesta Madre, edito nel 2021 da Einaudi, ha pubblicato Airbag (Ad Est dell'Equatore, 2009)  Il fiuto dello squalo (Marsilio, 2012) e ha scritto molti racconti che sono stati pubblicati su diverse antologie: SexUniform, Watersex, Hard Blog (Mondadori) Trema la terra, E morirono tutti felici e contenti (Neo Edizioni) Seppellitemi con l'accappatoio (Unwired Media, 2008) Tropico di San Giovanni a Teduccio (Senza patria, 2011). Ha scritto pièce teatrali Lettera a Scarlett Johansonn e Polvere di denti

Scrive da tanto, scrive da sempre e, posso dire che scrive molto bene. Ho letto qualche intervista fatta a Solla girovagando sul web. Ho dedotto da queste che l'ironia e la tragi-comicità che ho trovato in questa lettura sono parte del suo modo di essere e di esprimersi. Ma del resto non poteva essere diversamente. E' impossibile riuscire a trasferire alla storia che stai scrivendo alcuni caratteri, se non li possiedi.

"Scrivere mi serve per vedere il meccanismo delle cose. Le parole sono i muscoli e le ossa. A volte ti sembra che nella vita tutto succeda senza un motivo, invece il motivo c'è sempre, solo che all'inizio non lo vedi. Se una cosa la puoi scrivere, allora vuol dire che la puoi capire."

E' Jacopo che si esprime così, ma potrebbe essere un momento in cui lo scrittore stesso dice qualcosa di più di se. Jacopo scrive su quaderni appunti e note riportando tutto quel che gli capita, scrive elenchi di qualsiasi cosa, scrive aneddoti e frasi della madre, scrive per ricordare e capire. E scrive poesie sulla carta gialla della macelleria del padre.

Chiudere l'ultima pagina di questo libro è stato come chiudere la porta e lasciare un amico fuori. E mo' a Jacopo che accade? Per lui non è facile fare delle scelte, non è abituato. Ha sempre lasciato che gli altri decidessero per lui. Il racconto di Jacopo è un racconto arrabbiato, con sé stesso e con gli altri. Parla di sé da piccolo quasi rimproverandosi per essersi fatto guidare da una madre così forte, non riuscendo a trovare un punto di equilibrio o di accomodo che lo facesse sentire "sicuro". Stessa impressione che si ha del padre. Nessuna decisione ha saputo prendere. Arriva in ritardo quasi su tutto. 

Gianni Solla consegna alla me lettrice un nuovo personaggio a cui pensare, un nuovo amico con cui vorrei confrontarmi o confortarmi, a seconda dei momenti. Conferma che le scelte degli adulti hanno ripercussioni importanti sulle vite dei bambini, dei figli, degli adulti di domani. 

Quando ci si immerge nelle pagine di un libro come questo di Solla non si ha idea di come ci si possa ritrovare uscendo. Bisogna provare per credere. 

Per acquistare questo libro, che per me va di diritto in assoluto tra i più belli letti, basta cliccare su questo link che vi porta alla pagina della casa editrice, oppure recarsi nella libreria di fiducia

https://www.instagram.com/raccontarerosi/