Io sono mio fratello di Giorgio Panariello
Aveva tutto: una fidanzata, una casa, un lavoro, un'automobile e non si drogava più. Allora cos'era il prurito che ogni tanto sentivo dietro la nuca, la sensazione di pericolo che mi prendeva lo stomaco, come quando hai la percezione che il nemico sia lì, acquattato, e tu non riesca a vederlo? Una delle leggi del selvaggio West dice che quando c'è troppo silenzio, gli indiani sono nascosti da qualche parte pronti ad attaccare.
Non mi crederete, ma ho avuto bisogno di riflettere dopo la lettura di questo libro. Sono una lettrice da molti anni, forse da sempre, e certamente, come accade a tutti i lettori, mi sono capitate tra le mani tante storie in cui mi sono immedesimata (vere o no), tanti personaggi (inventati e non). Mi sono dispiaciuta e sono stata triste in alcuni momenti, ma anche allegra e felice in altri. Ogni libro, ogni pagina trasmette per forza qualcosa, altrimenti non continueremmo a leggere.
Questo libro è stato tutto questo messo insieme. Ho riso ed ho pianto, sono rimasta incredula davanti ad alcune pagine, mi sono divertita con altre. Eppure non è un tomo. Sono solo 157 pagine divise in 37 paragrafi ma contiene una storia veramente potente.
Ho acquistato questo libro dopo aver visto l'intervista di Panariello a Domenica In e già durante quella intervista in tv, avevo capito che ciò che raccontava parlando del suo libro era fuori dall'ordinario, sia per il modo, tra il serio ed il faceto, sia per gli antefatti che fanno incontrare i due fratelli, sia per l'intento.
Giorgio Panariello voleva ridare al fratello Franco, il giusto riconoscimento; voleva che venisse ricordato per quello che era diventato e non per quello che era stato, voleva che rimanesse nella mente delle persone che lo conoscevano più per le risate e le poesie, piuttosto che per la parte negativa. E secondo me ci è riuscito perfettamente.
Quel che mi ha colpito è stato capire quanto il Panariello che calca le scene con le luci sparate in faccia, il trucco, le mille battute, i tanti personaggi e le imitazioni che fanno ridere il pubblico, abbia attraversato una esperienza di vita così forte che al confronto, penso, i provini in tv o la gavetta fatta siano le cose migliori che gli siano capitate. E' una domanda che gli farei se lo incontrassi!
Giorgio incontra Franco per caso ad una festa di Natale, quando aveva circa dieci anni. Ad un solo sguardo capisce che tra lui e quel ragazzino c'era qualcosa di particolare che li univa, e dopo viene a sapere che è il fratello. Sarà il fratello delle vacanze, sarà il fratello bravo a giocare al pallone, sarà il fratello che Giorgio dovrà proteggere, aiutare. E tutto questo lo farà. Parallelamente alla gavetta tosta e dura di un attore comico che inizia dai locali con poca gente, dalle sagre, dalle feste di piazza per arrivare, passo dopo passo, alla ribalta. E lui su quella ribalta ci vuol portare anche Franco. Il fratello meno fortunato di lui, cresciuto in collegio, che incontra cattive compagnie e da loro si lascia trascinare fino a toccare il baratro.
Giorgio solo può capire quanto Franco abbia messo la buona volontà per migliorare e per prendere la via migliore. Solo chi ha toccato da vicino può capire quanto, chi cade nell'uso della droga e da questa si lascia sopraffare, abbia bisogno di aiuto da parte degli altri, ma abbia assolutamente bisogno di aiuto da se stesso. E' fondamentale dimostrare di avere una grande forza di volontà per salvarsi dalla tossicodipendenza. Franco ha questa forza, Giorgio riesce a capirlo.
Non è una storia d'amore fraterno. E' una storia di crescita personale prima ancora che professionale. Ed è una lettura che cresce di livello pagina dopo pagina che trasforma il Giorgio Panariello attore e persona famosa, in un fratello qualunque, con tutte le preoccupazioni, le ansie, le paure di una persona qualunque. E trasforma Franco dal ragazzino scapestrato senza arte e nè parte, in un poeta, eterno innamorato, che fa errori per debolezza e per trovare un rifugio.
Io ci ho visto molta passione e compassione, amore e odio, forza e coraggio. Ci ho visto il paese Italia così come realmente era ed è. Ci ho visto i miei ricordi, la mia adolescenza, gli occhi di una persona che era come Franco e che aveva bisogno di credere in se stesso e non ci ha veramente creduto. C'è anche un salto nelle Comunità di Recupero, come San Patrignano ed Exodus. Raccontate da chi sa che, per aiutarsi ed aiutare, deve avere accanto persone e luoghi come solo lì puoi trovare per riuscire.
E' un bellissimo libro, che consiglio. Potrebbe aprire gli occhi su molte cose, non solo sulla vita di Franco e Giorgio Panariello.
Li amerete entrambi!
Avevo provato quello che si può provare con un vero fratello: orgoglio, rabbia, amicizia, odio, complicità, intesa, divertimento, affetto, gioia e apprensioni. Era un commilitone con cui avevo affrontato la guerra, eravamo sopravvissuti insieme. Non riuscivo a rassegnarmi al fatto che tutto sarebbe finito come doveva, che un finale diverso fosse impossibile.