Oliva Denaro di Viola Ardone

31.01.2022

"Ci vuole il suo tempo, ci vogliono altre voci che si sommano alla tua, ci vuole la partenza e anche il ritorno. Perchè tempo buono e malo tempo non durano per sempre, me lo dicevi sempre tu." Una frase tratta da questo libro che, secondo il mio punto di vista, racchiude molto il senso di questa storia, di questa lettura.

Leggendo questo libro ho scritto di getto qualche appunto ma ho avuto poco tempo per soffermarmi a elaborarli ancora meglio, come faccio solitamente, perchè, una volta iniziata la lettura non sono riuscita a fermarmi. Ho letto Oliva Denaro in un paio di giorni e mi è rimasta chiara in mente tutta la storia, chiare le scene che Viola Ardone ci rappresenta, anche le più dure. 

La scrittura della Ardone è incalzante, fortemente descrittiva, rappresenta ogni passaggio in modo chiaro e senza fronzoli. Mi è parso di essere presente nella storia, sempre, di fianco ad Oliva.

Per parlarne e scriverne qui ho atteso di partecipare all'incontro con Viola Ardone voluto da Teresa Russo ed Emanuele Bosso, perfetti organizzatori del gruppo di lettura, #ioleggoeinaudi. L'incontro ci ha dato il modo di sentire dalla voce della sua autrice come e da dove nasce questa storia, quali sono stati i suoi sentimenti nel momento della stesura e con quale spirito la racconta.

L'ispirazione proviene da una storia vera, quella di Franca Viola, che, a quasi diciassette anni, il 26 dicembre 1965 viene rapita, con l'aiuto di complici, ad Alcamo in Sicilia da Filippo Melodia. La ragazza purtroppo, dopo otto giorni di segregazione, subisce volenza sessuale. Il rapitore e violentatore era convinto di riuscire ad evitare il carcere perchè in quegli anni (che non sono molto lontani dal nostro presente) il cosiddetto "matrimonio riparatore" estingueva i reati compiuti. Infatti l'articolo 544 del codice penale prevedeva che «per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali». Franca Viola non cede. Rifiuta il matrimonio riparatore, denuncia il suo aggressore e viene celebrato il processo che si conclude con la condanna di Melodia a 11 anni di carcere per violenza carnale, violenza privata, lesioni, minacce e ratto a scopo di matrimonio. Ma questo processo e questa condanna, che salgono agli onori delle cronache ed alle prime pagine dei quotidiani nazionali, non mettono fine al costume del "matrimonio riparatore" che trova una modifica sostanziale solo il 5 agosto del 1981 con la legge 442 (che cancella anche il delitto d'onore) a corollario del referendum sul divorzio (1974), della riforma del diritto di famiglia del 1975 e del referendum sull'aborto del 1978. Solo nel 1996 (cioè l'altro ieri praticamente) lo stupro viene trasformato in reato contro la persona e non più reato contro la morale.

Viola Ardone si documenta, legge articoli del tempo, approfondisce la materia e, come è naturale, purtroppo, capisce che, se la vicenda di Franca Viola è conosciuta ed è terminata con la giusta condanna dell'abusatore, vi sono tante altre storie, tante altre ragazze che non ottengono giustizia e non hanno potuto raccontare quello che hanno subito. 

Con Oliva Denaro ha voluto dare voce a queste tante ragazze, raccontare una storia che fosse verosimile o profondamente vera; una storia che parla di "femmine" che sono costrette a sottostare alla volontà dell'ambiente sociale in cui vivono, in cui non sono libere di scegliere come vestirsi per non essere giudicate male, non sono libere di proseguire gli studi dopo le scuole dell'obbligo, non sono libere di lavorare, perchè tutto questo le definisce poco "serie" e poco "perbene". L'unico obiettivo delle ragazze, delle femmine, deve e può essere quello di maritarsi. 

Viola Ardone (foto presa dal web)
Viola Ardone (foto presa dal web)

Non è il primo libro che leggo di Viola Ardone. Ho avuto prova che, il suo modo di raccontare le storie colpisce nel vivo già con Il Treno dei Bambini, pubblicato sempre per Einaudi, Stile Libero, nel 2019. E' un caso letterario e, oltre ad essere tradotto in 34 lingue, diventerà presto un film. Oliva Denaro è stato pubblicato sempre con Einaudi, Stile Libero, a settembre del 2021. La Ardone ha pubblicato in precedenza con la Adriano Salani Editore: La ricetta del cuore in subbuglio (2013) e Una rivoluzione sentimentale (2016). Napoletana, classe 1974, è laureata in lettere ed è insegnante di italiano e latino al liceo.

Questa bravissima scrittrice ha uno stile diretto, pulito, autentico e, come dicevo, riesce a far inserire noi lettori pienamente nella storia e farci empatizzare con i protagonisti: Amerigo de Il Treno dei Bambini così come Oliva in questa storia, sono e diventano "persone di famiglia". Sia Amerigo che Oliva sono le voci narranti delle loro storie ed essendo entrambi dei "ragazzini", hanno un modo di raccontare semplice e naturale, seppur quel che raccontano è molto crudo e doloroso.

"La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia, così dice mia madre. Io ero più felice se nascevo maschio come Cosimino, ma quando mi fecero nessuno si curò del mio parere".

Questo è l'incipit. E' Oliva a parlare ed è un fiume. Ci fa comprendere subito la sua condizione di femmina in un paesino siciliano, Martorana, nel 1960; ci fa conoscere lei stessa la madre, Amalia, personaggio molto duro e donna adeguata al tempo ed alla mentalità del paese in cui vive, ci fa conoscere il fratello gemello Cosimino, la sorella maggiore Fortunata e poi il padre, Salvo. Scrivo per ultimo il suo nome, ma il papà è il personaggio che preferisco. Lo preferisco per il ruolo che ricopre in tutta la storia, per il rapporto che padre e figlia hanno e costruiscono, che è il filo conduttore di tutto il libro.

Non vi è un punto in cui la storia che Oliva ci racconta sia strozzata; è lineare nella sua crudezza e nella sua difficoltà. Le sue parole, i suoi timori, i suoi pensieri, i suoi sogni, i suoi sentimenti e le sue paure sono chiari, sono davanti ai nostri occhi. Diventare grande è un passaggio che la devasta. Tutto cambia intorno a lei e il suo essere "femmina" è difficile da accettare. Tutto ciò che accade è una conseguenza dovuta al tempo, alla società che tarda a cambiare, alla mediocrità del pensiero comune, alla mancanza di libertà che la parola "femmina" rappresenta. 

E' una storia da leggere. E' una storia da raccontare. E' una storia da ricordare. E' una storia che deve essere portata da esempio perchè siamo ancora molto indietro e spesso, sembra quasi, si voglia tornare al punto di partenza. Che è quello raccontato da Viola Ardone in questo libro.

https://www.instagram.com/raccontarerosi/