Il tempo è volato, i molti presenti sono rimasti incantati dalla voce di Fabio Stassi e dai suoi aneddoti: da quello in cui ha parlato dello zio, un po' pazzo, che lo ha iniziato alla poesia perchè ne declamava molte quando li andava a trovare in Sicilia, o quello del suo parente ciabattino che, in tempo di guerra, risuolava le scarpe alle famiglie che poco avevano, con dignità e devozione, con quasi nessun guadagno, se non la benevolenza di quella povera gente.
Ci ha fatto anche sorridere quando ha ammesso di essere molto distratto raccontando di essersi sbagliato a prendere un treno e, invece di andare a Milano, si è diretto a Napoli. Ha ammesso che anche il viaggio per Giulianova da Roma è stato fortunoso, accorgendosi all'ultimo secondo di dover scendere a L'Aquila per il cambio.
Ma d'altronde, si sa, i geni sono un po' stralunati.
"Amo le parole, amo la letteratura, nonostante questo mi rendo conto che non si può imporre la lettura a tutti. Non bisogna obbligare le persone a leggere, forse è quello il momento in cui lo faranno, e quando lo faranno non ne potranno fare più a meno! "
E' una delle frasi che ha detto e chi mi ha colpita.
Ritengo di essere stata molto fortunata per aver potuto incontrare la "persona" Fabio Stassi e di aver potuto relazionarmi con lui, cercando di capire come e da dove nascono le storie che ho amato leggere.