Lo Diciamo a Liddy? di Anne Fine
Il primo libro che leggo di questa autrice, Anne Fine. E' uscito nel 1998, ma solo di recente l'ho incontrato per caso nel mondo delle recensioni e mi ha incuriosita.
Anne Fine non la conoscevo, ma ho scoperto essere molto attiva, soprattutto nei libri per ragazzi, e che a lei dobbiamo il film Mrs. Doubtfire interpretato dal grande Robin Williams, basato sul romanzo Madame Doubtfire.
Questo libro l'ho letto voracemente. È una storia diversificata, con molti argomenti indiretti, e che potrebbe avere più punti di vista e di lettura. Dipende in effetti per chi si prova empatia, se per la protagonista, per le sue sorelle o qualche altro personaggio che incontriamo durante la lettura.
Spiego velocemente, cercando di non dire molto della trama per non rovinare la lettura a nessuno. Ci sono quattro sorelle: Bridie, la sorella maggiore, assistente sociale, sposata con Dennis e con due figli ormai grandi; Heather con un lavoro importante in banca, single imperterrita; Stella, un po' tonta, tutta giardino e arredamento, sposata con Neil; e infine Liddy, la sorella diletta che sta per risposarsi con George e ha due figli piccoli, Edward e Daisy.
Il punto della storia è un segreto (da qui il titolo con il punto di domanda) di cui viene a conoscenza Stella riguardante il passato di George. Un segreto che minaccia la felicità della sorella e che non si potrebbe sottacere. Già nella primissima pagina Stella lo rivela a Bridie e lei ha una reazione istintiva molto forte. Sempre nelle prime pagine Bridie scopre che il segreto è già a conoscenza, da qualche tempo, anche di Heather e che, non si è minimamente preoccupata di parlargliene o di agire. Da qui è tutto un crescendo di racconti, dialoghi, ricordi di famiglia, dei genitori, dei pranzi e delle cene delle sorelle insieme, del loro rapporto tra il morboso e il costruito.
Il titolo "Lo diciamo a Liddy?" e l'inizio della lettura potrebbero pilotare il focus, ingannare sul tema. Si pensa di leggere un libro che porti alla decisione sul finale. Ma così non è. La storia si focalizza su ciò che accade in seguito alla decisione che viene presa dalle sorelle. Quello che succede dopo, è un continuo spostarsi nell'ordine dei valori, una negoziazione perenne tra Bridie e le sorelle, tra Bridie e il marito Dennis. Una distruzione di alcune certezze, una analisi personale di Bridie alla ricerca di un nuovo punto fermo.
Questo libro l'ho amato per molti motivi, il più importante dei quali è perchè propone una visione dei rapporti umani nella quale mi ritrovo. E forse durante la lettura ho temuto di andare avanti per lo stesso motivo.
Le relazioni che intessiamo con gli altri, siano essi amici o familiari, sono importanti e, forse anche basilari, per la vita di una persona. Di certo devono essere spontanee e non frutto di un mero calcolo. Esistono chiaramente delle dinamiche di gruppo, così come nelle amicizie anche nelle famiglie. È una questione di negoziazioni continue, di gerarchie che cambiano, di alleanze eterne o temporanee, di fiducia e di omissione. Ogni gruppo funziona in modo diverso: ci sono quelli che si basano sulla sincerità più totale e su rapporti di uguaglianza, altri sono più improntati al supporto reciproco ma con una dinamica particolare tra chi è guida e chi è guidato.
"Si sentiva come se le avessero inculcato delle certezze tipo "il sangue non è acqua" o "la famiglia è il miglior sostegno", e lei ci fosse cascata come un'allocca. Erano tutte balle. A un tratto capiva come mai c'erano famiglie che si dividevano per l'eredità di un vaso, fratelli che abitavano uno di fianco all'altro e non si parlavano per colpa di una battuta infelice su una ex fidanzata, madri e figlie che si perdevano di vista per un commento tagliente sulla maleducazione dei nipotini."
Quello delle relazioni umane è uno strano mondo, tutto può cambiare da un momento all'altro a seconda delle circostanze. E proprio questo è l'argomento del libro. La questione del segreto di George, per quanto turpe e irrisolta fino alla fine, risulta secondaria.
Ho provato una forte empatia per un personaggio? Si, nei confronti di Bridie: il suo modo di vedere e di vivere tutto quello che fa, con così tanto coinvolgimento e così tanta passione, mi ha fatto quasi tenerezza. Ho adorato la sua evoluzione nel corso del libro, il suo prendere consapevolezza, il suo alternare decisioni risolute a dubbi enormi e la sua decisione finale. E avrei preso a schiaffi le altre tre sorelle. Tutte e tre, per come si sono comportate in passato e forse ancor più nel presente.
"La famiglia. Un porto sicuro. Questa era stata l'unica certezza che l'aveva sorretta in tanti anni di tirocinio e di impegno, di riunioni e di ansie notturne. Famiglia piccola e numerosa, chiusa o allargata, questo non aveva importanza, ma la forza degli affetti si, moltissima. e gli affetti non erano ragnatele, ma funi robuste e durevoli, a cui potevi aggrapparti per andare avanti."
Questo è un libro a suo modo divertente, che porta il lettore all'interno di questa famiglia, lasciando costantemente il dubbio se debba ridere o indignarsi.
Io ho fatto entrambe le cose e ne è valsa davvero la pena.