Tutti i soldi di Almudena Gomez di Valentina di Cesare

16.08.2022

"Per qualche tempo nessuno aveva saputo la verità, e la verità è quella cosa che tutti vogliono sapere ma che pochi riescono a dire, perchè dirla significa, il più delle volte, restare soli. Il giorno in cui ogni cosa cominciò a venire a galla una nebbiolina violacea tempestava i vetri e il cielo ma, secondo il meteo, non era prevista pioggia. Era giugno, lo stesso mese in cui era arrivata in Italia quasi vent'anni prima."

Questa è la storia di Almudena, nata in Ecuador e partita per l'Italia un giorno di giugno dei primi anni '90. Si è adattata a fare qualsiasi lavoro, sempre in nero: "ha raccolto le olive in Puglia, i capperi a Pantelleria, le vongole a Senigallia, le cozze a Cesenatico" e poi è approdata a Milano insieme alla sua amica Joana che era arrivata da Capoverde. A Milano che "non è Italia anche se siamo in Italia" riesce a trovare un lavoro più stabile ed in regola. Fa la badante per una ricca signora, Iva Jolanda Pieri in Cols detta Ivetta, in una casa bene al centro della città. 

Questa è anche la storia di Ivetta, una donna ricca, vedova, madre, sola. E' stata bellissima da giovane, le sue foto sono disseminate nella sua grande casa. Nonostante abbia figli adulti Ivetta è sempre sola, a parte qualche buon amico che ogni tanto sente e vede, finché le forze le danno la possibilità di farlo; i figli non vanno d'accordo tra loro, figuriamoci con lei. Non fosse stato per Almudena che la assiste per molti anni, di certo non avrebbe avuto alcun conforto.

Questa è la storia di un rapporto che si consolida con il tempo, al di là del passato, al di là delle esperienze vissute. Un rapporto fatto di gesti, di sguardi, di comprensione, di solidarietà e di insegnamenti. Un rapporto unico che solo Almudena e Ivetta hanno compreso e vissuto. 

"A non dirle le cose si finisce per non crederci più - le aveva sentenziato una sera la Signora Cols - Ci ritroviamo a non sapere più chi siamo né cosa sia questa carcassa che porta a spasso la nostra anima dalla mattina alla sera. Quando accade è un peccato, i fraintendimenti trovano terreno fertile tanto da costruire possenti cattedrali di equivoci. Impara a parlare, a sfogare, impara la ribellione!"

Due caratteri completamente differenti quelli di Ivetta ed Almudena, esperienze di vita diametralmente opposte, generazioni diverse, eppure trovano un equilibrio e di certo imparano molto l'una dall'altra. 

Attorno alle loro vicende girano altri personaggi, buoni e cattivi, salvifici e insalvabili. Risvolti sorprendenti, sotterfugi e verità nascoste rendono questa storia ricca, reale, intrigante al punto giusto che è quasi impossibile fermarsi dal leggere. Il racconto delle vicende non segue una linea temporale precisa, ma, sapientemente, la Di Cesare costruisce le identità delle due protagoniste attraverso salti temporali che attraggono molto di più il lettore. Così impariamo a capirle, a conoscere le loro personalità, il loro carattere e il loro modo di muoversi nella vita.

Leggendo capiamo che non sono i soldi il punto focale della storia. La verità, le differenze sociali, il valore affettivo tra persone, l'amicizia ed il rispetto sono al centro della storia. I soldi rappresentano l'unico mezzo con il quale Almudena può contribuire ad aiutare i famigliari che sono rimasti in Ecuador, l'unica ragione per cui ha sopportato il distacco, le migliaia di chilometri di distanza da casa e dagli affetti, i lavori in nero e la vita di sacrificio. 

L'azzeccato titolo, così come il disegno in copertina (complimenti ad Adriano Corbi per il design), hanno il potere di rafforzare e di avvolgere il contenuto del libro. Chiudendolo si capisce come la storia e la scrittura ci abbiano portato in una dimensione altra e ci abbiano fatto scavare e ragionare sulle possibili sfaccettature delle esperienze raccontate. 

Non si può non empatizzare con Almudena, per la sua esperienza di vita, per i suoi pensieri, per il suo modo di essere, remissivo quasi, ma riflessivo anche. Non si può non sorridere per il carattere di Ivetta e immaginare come possa essere stata la sua vita da giovane e paragonarla a quella che vive nel momento in cui la conosciamo. Caparbia certo, ma esempio dal quale si impara molto. Due donne e due esperienze messe a confronto che quasi si uniscono, si rafforzano, si completano. Ed è questa la forza di questo romanzo.

Come detto, ci sono anche altri personaggi come Joana, Nicola, Alberta, Pier Giorgio ma dovrete scoprire leggendo che ruolo hanno!

Valentina Di Cesare
Valentina Di Cesare

Tutti i soldi di Almudena Gomez non è il primo romanzo di Valentina Di Cesare; è il primo che leggo e di certo devo recuperare quelli precedenti. Scrittrice abruzzese, nata a Sulmona e cresciuta a Castel di Ieri (piccolo comune in provincia de L'Aquila), vive a Milano dove insegna Lettere e Lingua italiana.

Prima di questo, che è stato pubblicato il 25 gennaio 2022 dalla Alessandro Polidoro Editore (che io ho acquistato al Salone del Libro di Torino con gran felicità!), ha scritto L'anno che Bartolo decise di morire, edito Arkadia nel 2019 e Marta la sarta, edito Tabula Fati nel 2014, tradotto in lingua romena da Carmen Fageteanu e in lingua tedesca da Claudia Lederbauer e, il primo capitolo, in arabo da Islam Fawzi. Da Marta la sarta, inoltre, è stato tratto uno spettacolo teatrale con la regia di Eva Martelli che potete guardare, se volete, cliccando qui.

Valentina Di Cesare ha scritto anche il racconto lungo Le strane combinazioni che fa il tempo pubblicato da Urban Apnea nel 2018 e un racconto breve dal titolo Ida e Vika inserito nell'antologia benefica Non siamo sole, edita Galaad Edizioni nel 2022.

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