Ugo - La vita, gli amori, gli scherzi di un papà di salvataggio

07.04.2021

Parlare di questa lettura senza raccontare cosa ha rappresentato e rappresenta per me Ugo Tognazzi è impossibile. Da bimba guardavo la tv insieme ai miei genitori o ai nonni, quando ancora era in bianco e nero. Tognazzi era l'attore che più mi divertiva, che fosse ospite in qualche programma tv serale o che recitasse in uno dei tanti film.

Ricordo quando, negli anni '80, guardando in tv alcuni frammenti di programmi degli anni '50 o '60 in cui Tognazzi era insieme a Raimondo Vianello (erano ripresi da Un due tre) non resistevo dal ridere. Da lì ho prestato molta attenzione ai suoi film, alle interviste, a tutto ciò che aveva per protagonista Ugo Tognazzi e non ho potuto fare a meno di appassionarmene. Non sono una grande esperta della carriera cinematografica, teatrale e televisiva di Tognazzi, anche perchè è talmente vasta che dovrei essere una enciclopedia, ma ne ho una discreta conoscenza.

Ricordo film come Il Federale, I Mostri, L'anatra all'Arancia, La Grande Abbuffata, Il Vizietto e poi Amici Miei. Quest'ultima trilogia mi ricorda un periodo della vita in cui spesso e volentieri con gli amici guardavamo i film in cassetta o dvd e imparavamo a memoria, quasi, le battute del Conte Mascetti. Battute per non chiamarle "supercazzole", ma tanto erano! Nel gruppo avevamo anche "Il Perozzi", un ragazzo tale e quale al figlio di uno degli amici .. che tempi e che ricordi!    

Ecco perchè ho letto questo libro con molto entusiasmo. I figli Richy, Gianmarco, Thomas e Maria Sole (così come compaiono le loro parti nel libro) tracciano il loro personale ricordo del padre Ugo. Trovo molto tenero anche solo il titolo. Tognazzi dai suoi figli viene chiamato con il nome anziché papà e, secondo me, è segno di molto affetto oltre che un modo per far rimanere impresso nella memoria di tutti noi il personaggio, l'attore, il protagonista, se non una delle bandiere, del cinema italiano. In questo libro ognuno di loro racconta episodi di vita vissuta con un papà che non aveva nulla di ordinario, e che ha lasciato in loro ricordi di giochi, di affetto, di scherzi. E' una sorta di brogliaccio in cui troviamo l'intimità di famiglia, in un ambiente in cui la famiglia era rappresentata anche da amici come Vianello, Ferreri, Monicelli, Bertolucci e tanti altri.      

Richy è il più grande ed ha potuto vivere più tempo insieme al padre. Tognazzi era un uomo che amava le donne e le donne amavano lui, per cui, se vogliamo è stato un antesignano della famiglia allargata, in tempi in cui era uno scandalo avere figli con più compagne. Richy è figlio di una ballerina irlandese, Pat O'Hara, che aveva lavorato nella tv italiana insieme a Macario. Ugo non sposa la mamma di Richy, ma vivono insieme per anni. Il racconto che Richy fa del padre è pieno di tanti aneddoti, di frasi, di ricordi, di feste e di cene, di amore per il Milan, di film fatti insieme. Il suo è un omaggio al maestro di vita e di arte. Mi ha fatto molto ridere e si vede che Richy stesso è uno sceneggiatore, oltre che regista ed attore, perchè sa come raccontare bene gli aneddoti e riesce a far entrare nella storia in maniera genuina.

Gianmarco è il terzo dei figli. Lui e Maria Sole sono nati dall'amore con Franca Bettoja, attrice italiana, la donna che ha saputo rimanere accanto a Tognazzi fino alla fine e che ha avuto la capacità di tenere insieme una "strana" famiglia, allargata, rinunciando ad inseguire il proprio successo professionale. Dal libro traspare l'amore di tutti i figli di Tognazzi per la signora Franca. Il racconto di Gianmarco è il più serioso, per niente noioso. Il periodo della sua adolescenza, legato anche ai suoi inizi nel mondo della tv, del cinema e del teatro, è quello in cui può sembrare ci sia una commistione altissima tra il cognome e la ribalta. Lui, i fratelli e la sorella, dimostrano con i fatti che, se non c'è l'arte, è impossibile ci sia carriera. Gianmarco nel libro racconta il suo rapporto contrastato con il padre ma anche la trovata complicità che arriva quasi alla fine della vita del grande Ugo. Richy era l'alleato, il complice di Ugo, a loro bastava uno sguardo per capirsi, Gianmarco scopre questo livello di rapporto un pò più tardi e racconta anche le modalità con cui arriva il rapporto ritrovato con il padre. 

Quel che mi diverte e mi piace di Gianmarco è che si percepisce molto quanto lui sia la "memoria della famiglia". Dal libro e dalle interviste traspare che è, tra i figli, quello che ha raccolto più filmati, più testimonianze, più aneddoti della vita di Ugo. Ha ereditato anche la passione per i vini e per i vigneti, per fortuna! Confesso una predilezione per Gianmarco che era il mio "ideale" nel periodo della mia adolescenza ... insomma diciamo che era il soggetto di una mia cottarella da giovane, seppur mai avvicinato, se non per caso in una località di mare vicino Roma ed anche per sbaglio! 

Tornando al libro, ho apprezzato il titolo della parte di Gianmarco "Il poliedrico ribelle" e il suo modo di raccontare partendo dall'ugoismo, cioè il modo di essere proprio di Ugo Tognazzi; uno che amava la condivisione, amava concedersi, nel lavoro come in amicizia, senza mai risparmiarsi. Le cene, in cui cucinava per tante persone e da cui pretendeva un giudizio, i tanti film, undici in un anno, da protagonista. Esce l'immagine di Ugo "caciarone" in famiglia e con gli amici, ma anche di padre che non rimproverava, ma che stava a guardare ed interveniva laddove sapeva di essere utile.

Thomas, è figlio di Margarete Robsahm, attrice norvegese sua partner ne Il mantenuto e che sposò nel 1963. Dopo tre anni però i due divorziano e Thomas rivedrà il padre quando ha sette anni. La storia raccontata dal punto di vista di questo figliolo norvegese non si discosta molto da quella degli altri figli. Certo Thomas ricorda di aver incontrato il padre all'età di sette anni, ma non poteva ricordare di averlo vissuto fino ai suoi due anni. Molto divertente il primo arrivo in Italia di lui bambino, della difficoltà di comunicazione per via della lingua, ma speciale il primo incontro con i fratelli e soprattutto l'approccio con Gianmarco.

Di Maria Sole è l'ultimo racconto inserito nel libro. E' l'unica dei quattro figli che racconta di essere stata volutamente a debita distanza dal mondo del cinema e dai set. Non ha mai desiderato farne parte, almeno finchè era una ragazzina. Invece, dopo la morte del padre, intraprende la carriera di aiuto regista teatrale passando poi al cinema, crescendo sempre più nella sua professione. A lei dobbiamo un tributo bellissimo ad Ugo Tognazzi con il documentario dal titolo Ritratto di mio padre. L'intervista che inserisco è relativa alla presentazione del documentario al Festival di Roma. 

Questo libro è stata una delle letture più dolci e divertenti degli ultimi tempi. Seppur questi figli parlano di un padre famoso della portata di Ugo Tognazzi, riescono a raccontarlo in una maniera semplice, caratterizzata da affetto, da divertimento, da aneddoti che sembra stiano parlando di una persona più simile a tanti altri.  

Io rimango molto affezionata al Tognazzi attore e, adesso, anche a quello più "casalingo" così come lo hanno fatto immaginare i figli con questo libro. Inserisco anche un video di una delle interviste che Tognazzi rilasciò a Enzo Biagi con cui erano amici e dove si può capire anche il carattere di Ugo. Sul web si trovano molte interviste, utili anche a chi non conosce il personaggio. Il prossimo anno si celebreranno i 100 anni dalla nascita. 

Viva Ugo Tognazzi 

Inserisco anche i link ai siti internet dedicati a Ugo Tognazzi e a Gianmarco.. ed anche dei vini prodotti dalla famiglia che male non fa!! 

https://www.instagram.com/raccontarerosi/