La Strada di Casa di Kent Haruf

23.12.2020

Il romanzo di Haruf è stato pubblicato in America nel 1990, il primo di una lunga serie. In Italia arriva solo a giugno 2020, ultimo libro pubblicato dalla casa editrice NN Editore che ha curato tutta l'opera dello scrittore americano, morto nel 2014. Per gli amanti di Haruf, La Strada di Casa è stato un romanzo molto atteso. Io ho scoperto questo scrittore attraverso questo libro. L'attesa deve essere stata ben ripagata visto che, proprio pochi giorni fa, ha vinto la nona edizione della Classifica di Qualità, promossa da La Lettura, l'approfondimento settimanale del Corriere della Sera

Come detto è il primo libro che leggo di Haruf e penso che presto mi cimenterò nella Trilogia del Canto della Pianura. Ha un scrittura molto coinvolgente; le sue ambientazioni sono chiare, si viene introdotti facilmente nel contesto, i personaggi sono facilmente identificabili, la storia è ben strutturata. 

"Alla fine Jack Burdette tornò a Holt. Nessuno di noi se l'aspettava più. Erano otto anni che se n'era andato e per tutto quel tempo nessuno aveva saputo niente di lui. Persino la polizia aveva smesso di cercarlo. Avevano ricostruito i suoi movimenti fino in California, ma dopo il suo arrivo a Los Angeles se l'erano perso e a un certo punto avevano rinunciato. Quindi nell'autunno 1985, per quanto se ne sapeva, Burdette era ancora là. Era ancora in California, e noi ci eravamo quasi dimenticati di lui. "

L'incipit, le prime 9 righe del libro, ci raccontano un finale e ci dicono chiaramente che è accaduto qualcosa otto anni prima. Ed il seguito viene da se. Jack Burdette è tornato ad Holt e noi siamo arrivati lì insieme a lui. C'è bisogno di conoscere cosa è accaduto. Il narratore ce lo racconta piano piano, partirà subito con un lungo flashback, ci farà conoscere molti personaggi, la vita della città, ci farà affezionare a qualcuno, ci farà preoccupare, soffrire, sorridere, e poi capire.

Holt, luogo dove si svolge la storia, è la cittadina fittizia che, ho scoperto, Haruf usa nei suoi romanzi che possono essere letti in qualsiasi ordine (Trilogia della Pianura a parte). La città è un elemento fondamentale del romanzo e viene descritta con una maestria tale da far sembrare impossibile la sua inesistenza (tanto da averla cercata sulla mappa). Haruf consegna al lettore un luogo definito, con un passato ed un presente chiari, così tanto da sentirsene parte. Leggendo si percorrono le sue strade, si entra nei locali, nei negozi, negli uffici, nella birreria. 

Cosa avrà combinato Jack Burdette? bisogna leggere tutto il libro per scoprirlo, ma intanto Haruf, attraverso la voce del narratore, ce lo racconta quasi come una personalità importante della cittadina, vuoi per il suo carattere a dir poco originale, vuoi per le sue avventure, anche illegali. Nasce così attraverso il racconto una ambivalenza: nella scena iniziale avvertiamo quanto Jack Burdette non sia il benvenuto, mentre andando avanti nel racconto, comprendiamo come la sua figura fosse affascinante e carismatica sia per il narratore che per la gente di Holt. 

È, quindi, Jack sia l'antagonista che il protagonista indiscusso. Lo affiancherà un personaggio femminile, Jesse, molto forte, determinante e determinata, alla quale fa riferimento una citazione posta nella quarta di copertina "La gente di Holt pensava che a quel punto avrebbe pianto. Pensavano che sarebbe crollata. Immagino fosse quello che volevano. Ma lei non lo fece. Forse aveva oltrepassato il punto in cui le lacrime di un essere umano hanno un senso, difatti girò la testa, chiuse gli occhi e dopo un po' si addormentò."

La trama del libro non è complessa, è improntata al noir e viene raccontata con calma, senza frenesia. Le prime 9 righe ci inducono a sfogliare il libro. Si procede attraverso dialoghi perfetti, non fa sconti di nessun tipo e, senza avviso, ci mostra anche il lato oscuro e possibile della vita di una comunità.

Sono rimasta affascinata da questo romanzo. A voi scoprire se a ragione o torto.
Fatemelo sapere nei commenti! 

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