Nova di Fabio Bacà

07.02.2022

"La società moderna reprime gli istinti che non comprende o che non le fanno comodo. Inibisce l'aggressività individuale perchè ritiene che confligga con l'idea di civiltà."

Come riflettere su quali sono le possibili reazioni ad inaspettate dimostrazioni di violenza, o ancor più, a inaspettati atti di violenza? Leggendo Nova di Fabio Bacà potremmo avere gli spunti giusti.

Con una scrittura elegante, morbida, pacata e, per alcuni tratti ironica, Bacà ci presenta un personaggio il più lontano possibile da qualsiasi idea di violenza, lontano da una semplice pulsione reattiva, anche quando, sul lavoro è vessato ingiustamente dal suo superiore o quando il vicino, un brutto ceffo, apre una discoteca a pochi metri dalla sua (tranquilla) abitazione. 

Davide Ricci, neurochirurgo quarantenne, è abituato a risolvere le difficoltà della vita attraverso analisi precise, usando la testa, riflettendo, ragionando. Del resto lui ha dedicato la sua vita proprio allo studio del cervello, delle sue funzioni, dei suoi problemi, di come risolverli. L'unica sua particolarità, anche probabilmente dettata dal suo lavoro, è il pensiero ricorrente alla morte, ma non in funzione di "paura di affrontare la propria", ma della morte degli altri, del suo capo o del vicino. Morte non provocata da lui, neanche forse desiderata ma immaginata sì, pensata nelle proporzioni e nelle reazioni. Pensieri che si presentano al mattino appena sveglio.

Il nostro dottore è sposato con Barbara, bella donna quasi quarantenne, logopedista, vegana convinta, che ha desiderato e voluto la casa ecosostenibile in cui vivono appena fuori Lucca. Hanno un figlio adolescente, Tommaso, molto intelligente, amante dell'astrofisica, timido ed impacciato, alle prese con i primi amori. Una famiglia che, insieme agli animali di casa terribilmente indaffarati nella pigrizia, i due gatti Kociss ed Epaminonda e il cane, un jack russell di nome Fred Flinstone, conduce una vita serena, con poche sbavature, con una forte propensione al mantenimento di questa serenità.

"A lei furono sufficienti i primi tre (minuti) per cominciare a sospettare che un'imperscrutabile entità aliena avesse sostituito suo marito con un rimpiazzo inesperto e improvvisato, un sosia perfettamente configurato quanto a tratti somatici, ma completamente sprovvisto del software adatto a simularne la personalità."

Accade qualcosa che tocca nel profondo Davide e lo costringe a compiere azioni lontane da se, non desiderate, ma che sente necessarie. Assiste ad una aggressione alla moglie, che avviene davanti al figlio, e non reagisce, inebetito dal non sapere come agire piuttosto che dalla paura di intervenire. Qualcun altro interviene e sistema l'aggressore; lui non si muove, rimane spettatore. Avviene in quel momento un cortocircuito a cui il nostro Davide non sa dare una risposta e fa scattare nel marcatamente civile e riflessivo dottore, un meccanismo inverso, attraverso il quale è costretto a guardare, da un altro punto di vista, gli avvenimenti. A spronarlo, aiutarlo, consigliarlo c'è Diego, un maestro zen, che conosce in circostanze che dovrete scoprire leggendo. Per Diego, il nostro Bacà ha confezionato una parte da co-protagonista, essenziale, carismatica, un alter-ego fornito di quella esperienza utile a destabilizzare con la parola ed il ragionamento le certezze di Davide. 

Fabio Bacà (foto Davide Candeloro)
Fabio Bacà (foto Davide Candeloro)

Fabio Bacà nasce a San Benedetto del Tronto (ap) nel 1972. Vive ad Alba Adriatica (te) che è una città di confine tra l'Abruzzo e le Marche. Ho letto alcune sue interviste in questi giorni e mi ha colpito molto una frase "non mi considererò uno scrittore fino a quando non avrò pubblicato il terzo, quarto forse addirittura il quinto libro. Per adesso mi considero un dilettante. Quando la gente mi chiede che mestiere faccio io rispondo sempre, per prima cosa, "l'istruttore di ginnastiche dolci". Di certo un istruttore di ginnastiche dolci che scrive molto bene, aggiungerei io; attento all'uso delle parole, attento a che i termini siano giusti ed inerenti all'argomento trattato, attento alla costruzione della storia con l'inserimento di spunti utili al lettore per mantenere alta l'attenzione. 

Nova è il suo secondo romanzo, pubblicato da Adelphi il 7 ottobre 2021. Il primo è Benevolenza Cosmica pubblicato nel marzo 2019. Il suo primo romanzo lo ha visto come esordiente per la casa editrice Adelphi (dopo Busi con Seminario sulla gioventù nel 1984 e Maurensig con La variante di Lunenburg nel 1993, nessun altro) ed ha avuto una grande risposta sia dai lettori che dalla critica. Qui sotto il link per acquistare i due libri.

Nova è stato tra i libri finalisti per il Premio Strega 2022 e nella cinquina del Premio Campiello 2022.

Nova non è un inno alla violenza, anzi, tutt'altro. E' piuttosto una presa d'atto del fatto che siamo continuamente sospinti in un clima dove la violenza esiste, lo apprendiamo sia dalle notizie dei telegiornali e dei giornali o da quello che i tanti social possono trasferire (vedi commenti, offese, etc etc). E non tutti gli individui sono pronti alla reazione, o meglio, alla giusta reazione. 

Il romanzo si apre con la vicenda di Kabobo. "Te lo ricordi Kabobo? E' successo a Milano, tre o quattro anni fa. Esatto. Il pazzo con il piccone. Il ghanese che uccise tre poveracci incontrati per caso a Niguarda. Si. Proprio lui.." questo esempio è calzante perchè Kabobo prima di armarsi, aveva aggredito a mani nude altre persone qualche ora prima e nessuna di loro ha avuto la prontezza di agire o di dare l'allarme. Persone, senza alcuna colpa per i fatti accaduti dopo, ma che per loro natura non hanno avuto la prontezza d'animo di reagire ad un trauma come una aggressione. Si sono chiuse in casa terrorizzate. 

Ecco quel che scaturisce dalla lettura: una necessaria presa di coscienza che gli atti di violenza esistono, del loro potere distruttivo e di come (cercare di) porvi rimedio. Mi ha fatto pensare molto a quando si dice che le reazioni delle persone buone sono sempre incontrollate in quanto inaspettate. L'operazione che Diego cerca di fare è esattamente quella: di insegnare a controllare la reazione del "buono" Davide. Perchè il buono prima o poi esplode e rischia di farlo in maniera sbagliata.

Nova lo considero un romanzo necessario per il tema e per il modo con il quale è posto agli occhi del lettore. Vi sono episodi della vita di ognuno dei personaggi che mi hanno fatto sorridere, probabilmente perchè mi ci sono riconosciuta appieno. Ho già detto che la scrittura è ricercata, ma aggiungo che è stimolante. Si imparano nuovi termini e nuove parole.

Trovo anche che tra le pagine vi sia una bella storia di amicizia. Tra Diego e Davide nasce un rapporto che non è spinto da secondi fini, ma propende alla tutela l'uno dell'altro, alla confidenza, all'apertura mentale. E non è cosa da poco!

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