La rivincita di Capablanca di Fabio Stassi

18.12.2022

Per raccontarvi questo libro di Fabio Stassi di cui ho terminato la lettura qualche giorno fa, devo approfittare dell'introduzione che lui stesso scrive. Certo, non posso riportarla per intero, ma alcuni tratti mi occorrono:

"Solo fortuitamente il protagonista di questo racconto si chiama José Capablanca. Tutto nacque qualche anno fa, quando uno scrittore che amavo molto, pochi giorni prima di morire in un incidente stradale, mi mandò un biglietto in cui lo nominava. Venni a sapere in seguito che l'ultimo progetto che aveva in animo di scrivere, essendo anche un appassionato giocatore di scacchi, era una sorta di biografia romanzata di Capablanca. Da allora non ho smesso di pensarci. Per molto tempo il nome di Capablanca me lo sono portato dietro come un destino..."

Perchè utilizzo queste parole per introdurre il mio racconto della lettura de La rivincita di Capablanca? Perchè da queste si capisce quanto per Fabio Stassi siano importanti le coincidenze, gli affetti, le suggestioni, il destino. Sono elementi che lo spingono ad esprimersi e lo fanno al meglio. Li traduce attraverso le parole, li trasforma e li riconsegna a chi legge in una maniera quasi fantastica, direi estatica.

Perchè Stassi deve raccontare a se stesso, prima che al lettore, quel personaggio; lo deve immaginare, lo deve ascoltare, lo deve vedere. E' una sensazione questa che traspare anche in un altro libro che ho letto in cui racconta la vita romanzata di Charlie Chaplin, L'ultimo Ballo di Charlot e anche in Mastro Geppetto (ultimo suo libro) seppur, in questo ultimo caso, non si tratta della vita romanzata un personaggio realmente vissuto (o chi può dirlo?!)

Mentre leggevo La Rivincita di Capablanca lo immaginavo intento a studiare la vita di questo personaggio, a cercare i particolari delle sue partite, a leggere la storia del campione di scacchi e, parola dopo parola, riversare tutto nei 64 paragrafi (o case come quelle della scacchiera) di questo libro. 

Josè Capablanca, attraverso questo romanzo si anima, ritorna bambino, piccolo davvero quando si appassiona agli scacchi guardando giocare gli adulti nella sua isola, Cuba. Stassi ce lo racconta attraverso i suoi affetti più cari, attraverso i tornei che lo portano in giro per il mondo, racconta le sue vittorie e le sue sconfitte, i suoi dolori e le sue soddisfazioni. La percezione che ho avuto è che il racconto fosse reale, che il Capablanca raccontato in questo romanzo fosse così davvero; che da bambino abbia promesso alla nonna che un giorno sarebbe diventato famoso e la sua immagine sarebbe stata impressa in un francobollo, così come è avvenuto. Che la madre per dissuaderlo da quella passione per gli scacchi glieli nascondesse e che lui riuscisse a ritrovarli sempre. Le sfide, le paure, lo studio della scacchiera, le descrizioni delle mosse, tutto quanto raccontato ha un fondamento nella realtà, nella vita di questo campione.

"Che importa se il tuo pugnale trafigge la mia schiena? Per distarsi dal martellante ticchettio dell'orologio di gara, Capablanca si ripeteva sul filo delle labbra questo ed altri versi di Josè Martì. Ogni verso ha un suo sapore, pensava nell'osservare la scacchiera. Ma a me sono rimasti soltanto quelli che lasciano la bocca amara. E bruciano gli occhi." 

E poi la sfida con il campione russo Aleksandr Aljechin, l'uomo che lo batte e diventa campione mondiale di scacchi nel 1927, il suo miglior nemico, il campione che Capablanca rincorrerà fino alla fine per poter riottenere il titolo. Nelle loro sfide, disputate anche a distanza, nei tornei a cui partecipavano in attesa degli incontri diretti, c'era di tutto: la strategia, lo studio, il tempo, le mosse, l'amarezza della sconfitta, la freddezza di Aljechin, la caparbietà di Capablanca. A leggere le biografie di Capablanca e di Aljechin, dopo la lettura di questo libro di Fabio Stassi pare di vederli davvero, seduti davanti alla scacchiera, sfidarsi, in una partita perpetua. 

Josè Capablanca - foto presa dal web
Josè Capablanca - foto presa dal web

Josè Capablanca (L'Avana 1888 - New York 1942) è stato il Campione del Mondo di Scacchi dal 1921 al 1927; a soli tredici anni nel 1901, aveva vinto il titolo di Campione cubano. La sua vita di campione precoce, caparbio, attento, elegante aveva colto l'attenzione di Gesualdo Bufalino che stava scrivendo un libro su di lui nel periodo in cui morì a causa di un incidente stradale nel giugno del 1996. 

Fabio Stassi scrive "un libro che gli sarebbe piaciuto leggere" quasi come un dono, una riverenza, un omaggio a quello che è stato uno dei suoi scrittori amati. Gli intrecci tra le volontà, i desideri, le passioni si ritrovano in queste pagine come in una scacchiera. Una partita che si ripete, che trova spazio tra le parole, che si nutre di movimenti precisi, attenti e puntuali. 

Ogni pagina che leggo di questo scrittore non fa altro che confermarmi che la letteratura può regalare storie che vanno oltre la realtà, pur partendo da personaggi e fatti veri e reali; la letteratura può farci entrare in mondi a cui abbiamo guardato un po' di sbieco (come me con gli scacchi che invece mio padre amava molto!) e suscitare curiosità; la letteratura è dinamica, è vitale, è corroborante. Stassi in questo suo romanzo (pubblicato da Minimum Fax nel 2008) celebra non solo il campione Capablanca, ma anche un mondo fatto di gesti, di rituali, di scambi come quello degli scacchi, oltre che, come detto, Gesualdo Bufalino.   

Fabio Stassi (foto presa dal web)
Fabio Stassi (foto presa dal web)

Questa lettura per me è una ulteriore conferma. Più leggo Fabio Stassi e più mi convinco sia uno dei migliori scrittori italiani contemporanei. Chi segue questo blog si sarà accorto che è presente nella sezione "preferiti" e quella collocazione non è un caso. Da quando ho conosciuto questo scrittore, attraverso le sue pagine prima (Ogni coincidenza ha un'anima è il primo suo libro letto) e ad un incontro culturale a lui dedicato dopo, non ha mai deluso le mie aspettative. Anzi, mi rifugio nelle sue pagine quando sento il bisogno di parole che mi sappiano emozionare, che sappiano lasciarmi soddisfatta e felice. Perchè la lettura è anche questo: la ricerca della felicità.

Vi consiglio la lettura di questo libricino, anche se non avete mai letto nulla di Fabio Stassi. E' un modo per conoscere il suo modo di scrivere che nel tempo cambia, cresce, evolve, partendo da una base emozionale e sentimentale.

https://www.instagram.com/raccontarerosi/